Anche in Gran Bretagna esistono dei casi se non identici in parte simili a quello che in Italia riguarda il senatore Renzi. L'ultimo in ordine di tempo è quello che vede protagonista il parlamentare Sir Geoffrey Cox, che alla Camera dei Comuni siede nel gruppo dei conservatori.

I parlamentari britannici possono svolgere lavori extra - ad esempio come medici o avvocati, oppure  scrivere libri o tenere conferenze - ma devono dichiarare il loro reddito aggiuntivo insieme a regali e donazioni nel caso li avessero ricevuti. Non possono comunque fare attività di lobbying... né per aziende, né per governi stranieri.

In ogni caso, il regolamento parla chiara: i parlamentari non possono utilizzare risorse pubbliche, compresi i loro uffici alla Camera, per ottenere "vantaggi personali o finanziari".

Cox, che lo scorso anno ha guadagnato quasi 900.000 sterline dalla sua attività di avvocato, il 14 settembre ha preso parte ad un incontro virtuale con alcuni rappresentanti del governo delle Isole Vergini britanniche che hanno richiesto il suo supporto legale, utilizzando però il suo ufficio alla Camera dei Comuni.

Quanto fatto da Cox sarà discusso da un'apposita commissione che si occupa di tali questioni, dopo che il caso è stato portato alla sua attenzione da alcuni membri del Labour che, come è giusto che sia, ne hanno fatto una questione politica.

La commissione, oltre a valutare se fosse consentito o meno a Cox di utilizzare il suo ufficio per offrire la sua consulenza legale di natura privata, dovrà anche esprimersi sul fatto che tale consulenza non possa configurarsi come attività di lobbying.

La cosa però più interessante della vicenda è che Sir Geoffrey Cox, a differenza di quanto ha dichiarato finora il senatore di Rignano sull'Arno Matteo Renzi in relazione alle sue attività extraparlamentari, oltre a dire di non credere di aver fatto nulla di sconveniente e di rimettersi al giudizio della commissione ha dichiarato che saranno poi gli elettori del suo collegio (Torridge / West Devon) alle prossime politiche a dover giudicare con il loro voto se la sua attività di parlamentare in rappresentanza dei loro interessi sia stata svolta correttamente o meno.

Non solo. Anche i rappresentanti del suo partito, come per ultimo il segretario alla salute Sajid Javid, dichiarano che i parlamentari devono essere trasparenti per il ruolo che ricoprono... non è che si mettono ad inveire contro gli avversari per negare un fatto o ammetterne a prescindere la correttezza, in barba a qualsiasi regola e/o convenienza di natura politica in relazione all'incarico pubblico ricoperto.

Stesso discorso vale per la stampa. In Italia, invece, ci sono degli pseudo-giornalisti che pretendono di essere chiamati tali mentre in realtà sono dei semplici galoppini di partito che nel caso di Renzi ne supportano il suo indecente vittimismo, dimenticandosi completamente delle questioni etiche che la vicenda ha messo in risalto.

Al di là di tutto, la Gran Bretagna ci ha proposto alcuni esempi di normalità che in Italia sembrano invece fantascientifici.