Raddoppiano i problemi di Donald Trump nell'inchiesta di impeachment promossa nei suoi confronti dalla Camera dei Rappresentanti a guida democratica.
Venerdì, il New York Times aveva rivelato che si sarebbe fatto avanti un secondo informatore , in possesso di notizie di prima mano sulla telefonata tra il presidente degli Stati Uniti e quello dell'Ucraina, Zelensky.
Oggi, prima in un'intervista alla Abc e successivamente con un tweet, l'avvocato di Washington Mark Zaid, il cui studio è specializzato in vicende che coinvolgono la sicurezza nazionale, ha confermato l'esistenza di un secondo informatore di cui ha dichiarato di essere il rappresentante legale.
Le rivelazioni di entrambi gli informatori, ha aggiunto Zaid, sono tutelate a norma di legge. Il secondo informatore, ha inoltre confermato Zaid, ha una conoscenza diretta della vicenda ucraina. Entrambi gli informatori sarebbero dei funzionari della Cia.
NEWS UPDATE: I can confirm this report of a second #whistleblower being represented by our legal team. They also made a protected disclosure under the law and cannot be retaliated against. This WBer has first hand knowledge. https://t.co/zYkUYgJ0mE
— Mark S. Zaid (@MarkSZaidEsq) October 6, 2019
Di tutt'altro avviso l'avvocato di Trump, Rudy Giuliani:
SURPRISE Democrat lawyer has other secret sources. Swamp Media will corruptly fail to point out it means nothing, now that conversation is public. No money, no quid pro quo unlike Biden helping son make millions from Ukrainian crook. ORCHESTRATED DEM CAMPAIGN LIKE KAVANAUGH
— Rudy Giuliani (@RudyGiuliani) October 6, 2019
Per la Casa Bianca la trascrizione del contenuto della telefonata avrebbe chiuso la vicenda. Il problema, per Trump è però che la trascrizione rilasciata dalla Casa Bianca è solo parziale e, comunque, nel suo contento non si fa accenno al ricatto, un classico do ut des, rappresentato dallo stop alla vendita di armi in Ucraina.