Al 1 gennaio 2022, i presidi residenziali attivi nel nostro Paese sono 12.576. L’offerta è di circa 414mila posti letto, sette ogni 1.000 persone residenti. A livello territoriale, l’offerta è maggiore nel Nord-est con 10 posti letto ogni 1.000 residenti, nel Sud del Paese è invece poco al di sopra di 3 posti letto ogni 1.000 residenti e copre solo l’11% dei posti letto complessivi.

Gli ospiti ammontano a 356.556, dei quali oltre tre su quattro sono anziani. Nelle attività svolte in queste strutture i lavoratori impiegati sono più di 341mila, ai quali va sommata una componente di oltre 31.500 volontari e poco più di 4mila operatori del servizio civile.

Questi alcuni dei dati riportati nel report curato dall'Istat.


In aumento gli ospiti dei presidi residenziali

In Italia, al 31 dicembre 2021, risultano attivi 12.576 presidi residenziali. Vi operano 15.255 “unità di servizio” che dispongono complessivamente di 413.998 posti letto, pari a sette ogni 1.000 residenti.

Gli ospiti totali al 31 dicembre 2021, come dicevamo sono 356.556, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente, si inverte così la tendenza del periodo pandemico e il dato si riavvicina a quelli rilevati negli anni precedenti il Covid. Il 75% degli ospiti è ultra-sessantacinquenne, il 20% ha un’età tra i 18 e 64 anni e il restante 5% è composto da minori.


Più di tre posti letto su quattro destinati ad assistenza socio-sanitaria

 Delle oltre 15mila unità di servizio quelle che erogano assistenza socio-sanitaria sono 8.937, per un ammontare di circa 321mila posti letto (il 77,5% dei posti letto complessivi). L’offerta residenziale si riduce sensibilmente per le unità di servizio che svolgono soprattutto funzione di tipo socio-assistenziale: le unità così classificate ammontano a 6.318 e dispongono in totale di 93.112 posti letto (il 22,5% dei posti letto complessivi).

Le unità di servizio socio-sanitarie assistono prevalentemente utenti anziani non autosufficienti, destinando a questi ospiti il 75% dei posti letto disponibili, mentre agli anziani autosufficienti e alle persone con disabilità ne vengono destinati, rispettivamente, il 9% e il 7%.

Le unità di tipo socio-assistenziale sono prevalentemente orientate a fornire accoglienza e tutela a persone con varie forme di disagio. In particolare, il 41% dei posti letto è indirizzato all’accoglienza abitativa e il 40% è dedicato alla funzione socio-educativa e ospita principalmente minori di 18 anni. Le unità che assolvono in prevalenza una funzione tutelare - volta a supportare l’autonomia dei propri ospiti (anziani, adulti con disagio sociale, minori) all’interno di contesti protetti - assorbono il 14% dei posti letto.

L’offerta residenziale sul territorio è molto differenziata rispetto alle categorie di utenti assistite. Nelle regioni del Nord prevale la concentrazione di servizi rivolti agli anziani non autosufficienti (69,9% nel Nord ovest e 73,8% nel Nord est), il doppio rispetto al Mezzogiorno. Il Centro copre una quota maggiore, rispetto al dato nazionale, di posti letto dedicati agli anziani autosufficienti e agli adulti con disagio sociale. Al Sud, invece, si trova una percentuale più alta di posti letto dedicati alle persone con disabilità, alle persone con patologie psichiatriche e agli anziani autosufficienti. Nelle Isole, infine, si riscontra un livello di offerta rivolta prevalentemente a minori e a persone con patologie psichiatriche, pari al doppio rispetto alla media nazionale e agli stranieri/immigrati (4,4% sei volte maggiore rispetto alla media), ma anche agli adulti con disagio sociale.
 

Offerta residenziale più elevata nel Nord-est

La disponibilità di offerta più alta si osserva nel Nord-est (10 posti letto ogni 1.000 residenti), mentre la più bassa si registra nel Sud del Paese (poco più di 3 posti letto ogni 1.000 residenti).

Le differenze geografiche si riscontrano anche analizzando la distribuzione delle strutture per dimensione. Il Nord-est presenta una percentuale doppia (30,5%) rispetto al dato nazionale (15,5%) di residenze di piccole dimensioni (massimo di sei posti letto). Il Centro (43,1%) e il Mezzogiorno (Sud 52,0%, Isole 59,2%) sono invece i territori in cui la maggioranza delle strutture ha una dimensione media, compresa tra i 16 e i 45 posti letto. Il Nord-ovest è caratterizzato da residenze più ampie con più di 80 posti letto (16,6% contro un valore medio nazionale del 9%).

La dotazione di posti letto per anziani non autosufficienti è molto elevata nelle regioni del Nord, con valori che si attestano per il Nord-ovest a 28 posti letto ogni 1.000 residenti anziani e per il Nord-est a 31 posti letto ogni 1.000 residenti di pari età. Nelle altre ripartizioni la quota di posti letto destinata a questo target di utenza risulta nettamente inferiore e raggiunge il suo valore minimo al Sud con meno di sei posti letto ogni 1.000 residenti.


Strutture residenziali gestite in maggioranza da enti non profit

La titolarità delle strutture è in carico ad enti non profit nel 45% dei casi, a seguire ad enti privati (circa il 24%), ad enti pubblici (19%) e ad enti religiosi (12%).

Nell’88% delle residenze i titolari gestiscono direttamente il presidio, nel 10% i titolari danno in gestione le loro strutture ad altri enti, nei restanti casi (2%) il presidio viene gestito in forma mista.

La gestione dei presidi residenziali è affidata prevalentemente a organismi di natura privata (75% dei casi), soprattutto di tipo non profit (51%); il 12% delle residenze è gestita da enti di natura religiosa e circa il 13% dal settore pubblico.

Le modalità di gestione si diversificano sul territorio, soprattutto nelle strutture pubbliche.

Al Nord, sette strutture pubbliche su 10 sono gestite direttamente o indirettamente da enti pubblici, mentre nel 6% dei casi sono gestite da enti non profit. La percentuale di strutture pubbliche gestite da enti non profit aumenta considerevolmente al Centro e nel Mezzogiorno (in entrambi i casi il 38% delle strutture presenti su quel territorio).

Non si riscontrano differenze territoriali per le strutture che hanno un altro ente titolare (privato for profit e non profit oppure ente religioso). In questi casi la gestione prevalente è quella diretta o quella affidata ad enti con la stessa natura giuridica.

Composto soprattutto da volontari il personale delle strutture residenziali
Nel 2021 sono occupate nei presidi residenziali 376.941 unità di personale, di cui 31.530 volontari e 4.044 operatori di servizio civile. L’11% del personale è composto da cittadini stranieri, in due casi su tre con cittadinanza extraeuropea. La distribuzione di personale non italiano varia considerevolmente a livello territoriale; se nel Nord-ovest e nel Nord-est si concentra rispettivamente il 15% e l’11% del personale straniero, nel Mezzogiorno e nelle Isole la presenza straniera sfiora appena il 2%. Nella provincia autonoma di Bolzano/Bozen si riscontra la più alta presenza di personale non italiano (quasi il 30%).

Per quanto riguardo il personale retribuito, le principali figure professionali occupate nelle strutture residenziali si concentrano in ambito sanitario, circa 195mila sono rappresentate da tre professioni: operatori socio-sanitari (34,6%), infermieri e addetti all’assistenza alla persona (entrambi all’11%). Anche gli operatori del servizio civile e i volontari lavorano prevalentemente all’interno dell’ambito socio sanitario, rispettivamente nel 79% e nel 77% dei casi, con punte che sfiorano il 90% nel Nord-est del Paese.


Gli anziani nelle strutture: due su tre ultra-ottantenni, in prevalenza donne

In Italia sono oltre 267mila gli anziani di 65 anni e più ospiti delle strutture residenziali, quasi 19 anziani per 1.000 anziani residenti, di questi oltre 15 sono in condizione di non autosufficienza (215.449 anziani non autosufficienti).

La componente femminile prevale nettamente su quella maschile: su quattro ospiti anziani, tre sono donne.

Su oltre tre quarti degli anziani assistiti nelle strutture residenziali, il 77%, ha superato la soglia degli 80 anni di età, quota che sale al 78% per i non autosufficienti.

Gli ultra-ottantenni costituiscono quindi la quota preponderante degli ospiti anziani, con un tasso di ricovero pari a 66 ospiti per 1.000 residenti, oltre 15 volte superiore a quello registrato per gli anziani con meno di 75 anni di età, per i quali il tasso si riduce a 4,4 ricoverati per 1.000 residenti.


Più forte il ricorso all’istituzionalizzazione nelle regioni del Nord

Nelle residenze del Nord-est il tasso di ricovero si attesta ai livelli più alti con 28 ospiti per 1.000 anziani residenti e raggiunge valori massimi nelle Province Autonome di Trento e Bolzano/Bozen (rispettivamente 37 e 39 per 1.000 abitanti di pari età). Di contro le regioni del Sud presentano un livello di istituzionalizzazione più basso: in quest’area del Paese, su 1.000 anziani residenti, solo otto sono ospiti delle strutture residenziali; il valore minimo si registra in Campania, dove risultano ricoverati soltanto quattro anziani per 1.000 residenti, contro i 19 registrati a livello nazionale.

Le differenze territoriali si riscontrano anche osservando la distribuzione degli anziani non autosufficienti e risultano ancora più marcate tra le donne. Per le donne i tassi di ricovero sono molto alti nelle residenze del Nord, con oltre 24 anziane non autosufficienti per 1.000 residenti della stessa età. Nelle altre ripartizioni il tasso di ricovero diminuisce sensibilmente passando da 10 per 1.000 nelle regioni del Centro, a sei per 1.000 nelle Isole, riducendosi ulteriormente nel Sud del Paese con cinque anziane non autosufficienti per 1.000 residenti.

Diverso l’andamento dei ricoveri per gli anziani autosufficienti che hanno una distribuzione più omogenea sul territorio, con tassi leggermente più alti, rispetto al dato medio nazionale, nelle Isole e nelle regioni del Centro Italia (4,3 e 4,1 per 1.000 abitanti di pari età).


Con disabilità più di due su tre ospiti adulti

Gli adulti di età compresa tra i 18 e i 64 anni ospiti dei presidi residenziali sono circa 70mila, due ogni 1.000 residenti. Il tasso di ricovero è più alto nelle regioni del Nord-est (2,3 adulti ogni 1.000 residenti) e si riduce nel Sud del Paese con 1,3 ospiti per 1.000 residenti. La Provincia Autonoma di Trento e la Liguria ospitano la più alta quota di adulti (rispettivamente 5,7 e 3,8 per 1.000) mentre la Campania registra il tasso più basso, uno per 1.000.

La più alta concentrazione di ospiti è nella classe 45-64 anni, oltre 40.000 utenti, seguita dalla classe 25-44 con più di 22.000 utenti.

Tra gli ospiti adulti prevalgono gli uomini (poco più di 44mila) il 63% del totale, (2,5 ogni 1.000 uomini residenti) mentre le donne sono quasi 26mila, il 37% (1,4 ogni 1.000 residenti).

Il disagio più frequente tra gli uomini è la presenza di disabilità o di patologie psichiatriche (66% degli ospiti), non trascurabile anche la presenza di dipendenze come alcolismo/tossicodipendenza (circa il 15% dell’utenza di sesso maschile). Anche per la maggior parte delle donne (75%) la disabilità o le patologie psichiatriche costituiscono il disagio prevalente mentre per il 7% si tratta di gestanti o madri maggiorenni con figli a carico. Le donne vittime di violenza sono poco più di 600 e rappresentano circa il 2,5% del totale delle utenti dei presidi.



Fonte: Quotidiano Sanità