Si è appreso che, con molta flemma il presidente Matteo Orfini ha convocata la direzione PD per giovedì 3 maggio.

Ancora una settimana di attesa e di tempo perso, dunque, prima che il PD decida sulla opzione di tentare una intesa con il M5S per la formazione di un possibile governo.

Rattrista doverlo constatare ma, purtroppo, non possiamo che prendere atto che per i politici del PD è di gran lunga più importante godersi il lungo ponte festivo che non stringere i tempi per affrontare le difficoltà di milioni di cittadini.

No comment !

Comunque, a meno di capovolgimenti oggi imprevedibili, fra sette giorni la direzione PD confermerà che le voci dissenzienti dal diktat del “NO all’intesa con il M5S” saranno tacitate e sconfitte, come sempre, dal manipolo di gregari con cui Renzi, da ex-segretario dimissionario, spadroneggia sul partito e lo rende schiavo dei suoi capricci.

Non mi sorprenderei se, prima della direzione Maurizio Martina fosse avvicinato da due bravi manzoniani, si proprio come quelli che in un viottolo di campagna attesero il tremebondo Don Abbondio per recapitargli la intimazione di Don Rodrigo: “Signor curato, questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai!”.

L’ordine per Martina da parte di Don Renzi non sarebbe molto dissimile da quello recapitato a Don Abbondio: “L’intesa con il M5S non s’ha da fare, né oggi, né mai”.

Azzeccati nei panni di bravi vedrei molto bene Andrea Marcucci, i cui mustacchi gli conferiscono una espressione da duro, e Matteo Orfini, con la sua aria triste da necroforo del PD.

Come già era per Don Rodrigo, anche per (Don) Renzi la voglia di sopraffare scaturisce dalla lunatica e rancorosa arroganza di chi, per superbia, non vuole e non sa rassegnarsi ai rifiuti ed alle sconfitte.

E Matteo Renzi di sconfitte ne vanta un ricco palmares, sia come presidente del consiglio che come segretario del PD, anche se con innata ciarlataneria butta qua e là scusanti insensate per minimizzare e non avvilire il manipolo di gregari che ancora lo segue a corpo morto.

La linea del “NO all’intesa con il M5S” non potrà che indispettire ancor di più il Capo dello Stato, tormentato dall’ossessivo desiderio di scongiurare il ritorno alle urne, a meno che…

Già, perché a rasserenare il presidente Mattarella potrebbe spuntare il “Nazareno 2°”, del quale da giorni pare che stiano occupandosi sottotraccia emissari berlusconiani e gregari renziani.

Una volta naufragato, cioè, ogni tentativo di intesa tra M5S e PD il centrodestra potrebbe ottenere dal Capo dello Stato il mandato di formare il governo con l’impegno a cercare in Parlamento i voti per la fiducia (NdR: è la tiritera che Berlusconi ripete a Salvini da settimane).

Una volta ottenuto il mandato dal centrodestra Renzi non avrebbe difficoltà a far si che il PD sostenga con l’appoggio esterno il governo e… voilà, les jeux sont faits !

L’unico ostacolo al “Nazareno 2°” potrebbe essere la Lega che ha manifestata più volte la contrarietà ad un accordo di governo con il PD.

In realtà l’ostacolo non sarebbe insormontabile anche perché per Salvini non si tratterebbe della prima giravolta politica.

Ad esempio, infatti, Matteo Salvini il 16 luglio 2012 twittava: “Nessun leghista è disposto a puntare ancora su una alleanza con Berlusconi. No a possibili assi tra Carroccio e Cavaliere. La nostra gente non ne vuole più sapere di un ritorno in campo di Silvio Berlusconi. Basta, basta per sempre: se Berlusconi corre, lo farà senza di noi. La Lega ha avuto la forza ed il coraggio di fare un passo avanti e attuare un bel ricambio generazionale. Altri sono fermi a Berlusconi e Bersani che hanno fatto il loro tempo. Sono sicuro che non c’è un solo elettore e un solo militante della Lega disposto a riscommettere su una alleanza con Berlusconi. Ci abbiamo provato e ci ha portato solo risultati deludenti”.

“Verba volant, scripta manent” e questo tweet resta agli atti del diario politico di Salvini il quale oggi, per essere coerente, vive la consapevole subordinazione a Berlusconi, sua e della Lega.

Vuoi vedere che con la prospettiva di diventare premier il camaleontico Salvini non faccia una nuova giravolta ed accolga a braccia aperte Renzi ed il PD ?

Cosa ne pensi, però, il Capo dello Stato, al quale non sono sfuggite le esternazioni di Salvini in politica estera, a commento della situazione siriana, non è dato saperlo.

Così come è impossibile prevedere quali potrebbero essere le reazioni del presidente Mattarella e dell’UE di fronte alla revoca delle sanzioni alla Russia che Salvini ha iscritta tra i primi provvedimenti di un suo eventuale governo.

Ma la politica è l’arte del possibile, ed a volte anche dell’impossibile, per cui…