"Sul caro carburante il Governo gioca sulla pelle di famiglie, imprese e lavoratori".
La figuraccia fatta da Giorgia Meloni con il teatro della speculazione, inventato e allestito per discolparsi dall'aver sottovalutato il peso delle accise sul prezzo del carburante e le conseguenze sul mancato rinnovo del provvedimento del governo Draghi del marzo scorso, è stata riassunta da Giuseppe Conte in questi termini:
Come è già stato detto su questo sito, ma non ancora sottolineato nel dibattito pubblico, la decisione della Meloni e del suo governo avrà anche conseguenze a cascata sulle tasche degli italiani perché non solo si mangerà il risibile taglio del cuneo fiscale (per i lavoratori dipendenti), ma inciderà anche sull'inflazione con un aumento dei prezzi al consumo.
Inoltre, la trovata di voler incolpare i benzinai per i rincari ha fatto imbufalire e non poco i gestori delle pompe che, tramite Faib, Fegica e Figisc/Anisa, oggi hanno annunciato due giorni di sciopero nazionale, sia in autostrada che sulla viabilità ordinaria, per mercoledì 25 e giovedì 26 gennaio.
Questo il comunicato con cui i benzinai denunciano l'imbroglio mediatico del governo Meloni, lo stato di agitazione della categoria e i due giorni di sciopero:
Il Governo aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui Gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. Avviata contro la Categoria una campagna mediatica vergognosa.Dichiarato lo stato di agitazione su tutta la rete e lo sciopero contro il comportamento del Governo. Si preannuncia presidio sotto Montecitorio.Beatificati i trafficanti di illegalità che operano in evasione fiscale e contributiva e che sottraggono all’Erario oltre 13 miliardi di €uro/anno.Per porre fine a questa “ondata di fango” contro una Categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le Associazioni dei Gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio.Le motivazioni della protesta saranno illustrate nel corso di una Conferenza Stampa che si terrà Giovedì 19 gennaio 2023, presso l’hotel Nazionale (Piazza Montecitorio), con inizio alle ore 11.00.L’impressione che la Categoria ha tratto da questa vicenda è quella di un Esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate e ben sapendo che l’Agenzia delle Dogane, il Mimit, e l’Agenzia delle Entrate hanno, già oggi, la conoscenza e la disponibilità di dati sul movimento, sui prezzi dei carburanti e sull’affidabilità delle comunicazioni giornaliere rese dalla Categoria.È un imbroglio mediatico al quale le Organizzazioni di Categoria intendono dare risposte con la mobilitazione dei Gestori.
Questa la comunicazione inviata dai benzinai alla presidenza del Consiglio dei ministri ed alla Commissione di garanzia legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali:
Egregio Presidente,le scriventi Federazioni dei gestori carburanti, Faib, Confesercenti Fegica e Figisc/Anisa Confcommercio, maggiormente rappresentative nel settore della distribuzione carburanti su rete ordinaria e rete autostradale, per tutelare la categoria da esse rappresentate hanno proclamato due giornate di sciopero il 25 e 26 gennaio pv quale forma di protesta nei confronti delle recenti iniziative del Governo che dopo aver aumentato il prezzo dei carburanti di 30 centesimi con l’eliminazione dello sconto sulle accise ha inteso scaricare sui gestori le responsabilità di presunte speculazioni, additando la categoria al pubblico ludibrio.Si tratta di azioni politiche irresponsabili e di inusitata gravità nei confronti di una intera categoria di onesti operatori economici che basano la loro attività su un margine fisso pro litro di 3 centesimi lordi al litro, garantendo allo Stato, a proprio rischio e pericolo, in alcuni casi della vita, un introito di circa 40 miliardi l’anno di gettito.A fronte di ciò la categoria viene indicata, smentendo gli stessi dati del Ministero della Transizione ecologica, che evidenziano gli attuali aumenti registrati sulla rete in linea con la reintroduzione piena delle accise, come causa degli aumenti.Una categoria umiliata ed offesa, nella più completa ignoranza delle norme di settore che con ogni evidenza definiscono, in forza del D. Lgs. 32/98 e della L. 57/2001 e 27/2012 e del Regolamento europeo 330/2010 le competenze in materia di prezzi, escludendo in modo imperativo ogni responsabilità dei gestori, tenuti ad applicare i prezzi raccomandati dalle compagnie/retisti.A nulla sono valse le richieste di audizione e le osservazioni delle scriventi Associazioni, tutte cadute nel vuoto istituzionale, di fronte alla decisione politica del Governo di reintrodurre le accise per finanziare altri servizi ritenuti essenziali.Di fronte al muro eretto dal Governo alla disponibilità, al dialogo e al confronto costruttivo, alla nostra categoria non resta che la protesta per un ingiusto quanto diffamatorio provvedimento che condanna i gestori quali responsabili degli aumenti dei prezzi e li obbligherebbe ad un nuovo adempimento buono solo ad esporli ad ulteriori opinabili sanzioni.Solo per rendere l’idea già oggi sulle stazioni di servizio ci sono una decina di cartelli di indicazione dei prezzi.Signor Presidente,a difesa dell’onore di 22.500 operatori e dei loro 100.000 dipendenti, già oggi scaraventati in pasto all’opinione pubblica, la Faib Confesercenti, la Fegica e la Figisc/Anisa Confcommercio hanno quindi proclamato due giorni di sciopero e specificamente: dalle 19:00 del 24 gennaio 2023 alle 07:00 del 27 gennaio 2023 che, conformemente a quanto previsto dalla legge 83/2000 e dalla delibera di adozione della regolamentazione provvisoria del settore dei distributori carburanti, comunicano formalmente a codesta Commissione.Come già avvenuto in passato, le scriventi Federazioni pongono alla valutazione dell’Autorità la possibilità di un Suo autorevole intervento volto a ricomporre la vertenza in atto. Le scriventi, restando a disposizione per ogni chiarimento, confermano la consueta collaborazione e porgono cordialissimi saluti.
Hanno provato, anche stavolta - come ad esempio con i migranti - ad affidarsi alla propaganda, ma il tentativo è fallito e così Meloni, i suoi ministri e la sua maggioranza devono fare i conti con la realtà. E anche chi li ha votati, forse, inizierà a capire chi sia realmente questa gente.