Esteri

Gli ultimi giorni di Trump

Dopo gli ultimi giorni di Pompei e gli ultimi giorni di Hitler, quelli che passeranno alla storia potrebbero anche essere gli ultimi giorni di Trump. C'è da temere, infatti, che quelli dell'attuale amministrazione Usa potrebbero essere giorni che non dimenticheremo. 

Quando, come adesso, la farsa (in questo caso collegata a inesistenti brogli elettorali) si protrae per così tanto tempo al vertice delle istituzioni di un Paese è sempre alto il rischio che possa finire per diventare tragedia.

Da settimane, con qualche pausa interessata solo perché funzionale alla propria propaganda, Trump giornalmente parla di prove inconfutabili che dimostrerebbero il furto da lui subito alle presidenziali del 3 novembre, dimenticandosi però di governare la nazione di cui lui è ancora presidente fino al 20 gennaio. 

Il congresso, dopo settimane di trattative tra repubblicani e democratici è riuscito ad approvare un nuovo piano di supporto alle persone in difficoltà a causa della pandemia. Dopo quello approvato la scorsa primavera da 2,2 trilioni di dollari, quello attuale è meno della metà, 900 miliardi di dollari che dovranno supportare, con 600 dollari a persona, famiglie rimaste senza risorse da mesi e che continueranno ad esserlo anche in futuro visto che la pandemia continua a contagiare tutto il Paese.

Quindi, sono in molti a chiedersi se tali fondi potranno essere sufficienti. Ma tra quei molti non vi è Trump che del problema si era interessato solo prima delle elezioni, quando aveva indicato quelle risorse in chiave di ricatto elettorale dicendo che si sarebbe o meno opposto alla decisione del Congresso nel concederli anche in base al risultato delle presidenziali. 

Per questo, nelle ultime ore, Trump ha parlato nuovamente di brogli, rilasciando dichiarazioni che è ormai inutile riportare visto che sono sempre le stesse, con un inciso sui vaccini di cui si attribuisce il merito per l'inizio delle prime somministrazioni... il tutto da lui definito un grande miracolo della sua amministrazione.


E visto quello che è accaduto finora, secondo le indiscrezioni raccolte da alcuni media americani, vi sarebbe molta preoccupazione sia tra gli addetti alla Casa Bianca che tra i vertici del Pentagono: entrambi non danno per assurda la possibilità di decisioni da parte di Trump non solo azzardate, ma che possano anche mettere in imbarazzo la prossima amministrazione Usa, guidata da Biden.

Tanto per avere un'idea, mentre i servizi Usa hanno accusato la Russia per un attacco informatico su larga scala che da mesi avrebbe interessato molti degli uffici federali, Trump si è rifiutato di formalizzare una protesta ufficiale contro Mosca, accusando invece la Cina di quanto accaduto.

E mentre alcuni membri importanti del suo esecutivo vengono licenziati o si dimettono, alla casa Bianca aumentano le visite di personaggi a dir poco discutibili, rappresentanti dell'estremismo complottista tanto caro agli elettori di Trump. Così, adesso, oltre al al falco Peter Navarro, suo consulente commerciale, Trump chiede consigli anche a Steve Bannon e all'avvocata Sidney Powell (quella che era stata allontanata dal suo team legale dallo stesso Rudy Giuliani a seguito di alcune sue dichiarazioni), che ultimamente si vedono sempre più spesso alla Casa Bianca.

Per questi motivi, son in molti a scommettere colpi di scena a breve, anche dopo l'ultima approvazione del risultato delle elezioni del 3 novembre che avverrà con il voto del Congresso il prossimo 6 gennaio: scontato il sì a Biden sia da parte della Camera dei Rappresentanti che da parte del Congresso... nonostante i tentativi di pressione di Trump sui senatori repubblicani perché tutti votino contro!

Autore Antonio Gui
Categoria Esteri
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