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Contratto Statali: pochi soldi, tanto smart working e settimana Super-corta!

E’ stata firmata l’ipotesi di contratto 2022-24 del comparto Funzioni centrali, che riguarda il personale di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. Un accordo firmato all’Aran e siglato da una maggioranza sindacale appena sufficiente, solo il 54,6%, che certifica la perdita secca del 10% del potere d’acquisto dei salari e nessun adeguamento stipendiale al costo reale della vita!

Le sigle sindacali si sono spaccate. L’accordo è stato, infatti, sottoscritto dalla Cisl-Fp, al fianco dei sindacati autonomi Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp.

Passo indietro invece da parte di Fp-Cgil e Uil-Pa, che hanno anche pubblicato una nota in merito: “Governo e Aran si prendono la responsabilità di scegliere la via della rottura di una trattativa ancora in corso, che lasciava margini per migliorare un testo che non dà risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto”.

Da anni si parla della necessità di adeguare gli stipendi italiani, fanalino di coda delle retribuzioni in Europa, al costo reale della vita, ma alla fine dei conti la cifra in più per 13 mensilità dovrebbe essere in media di appena 165 euro LORDI al mese.
 
Insomma, i soldi sono pochi e lo Stato per risparmiare lo fa sulla pelle dei propri dipendenti (eccezion fatta per gli stipendiati d’oro del Quirinale, di Montecitorio, di Chigi, ecc) spingendoli a restare a casa in lavoro agile, in cambio di un misero buono pasto da 7 euro, e di una settimana Super-corta di 4 giorni, il tutto per non pagargli gli straordinari!
Infatti, tra le principali novità si fa largo l’ipotesi della settimana Super-corta, a parità di stipendio. Di fatto un esperimento su base volontaria per quattro giorni lavorativi, salvando la soglia delle 36 ore settimanali.

Si è tornati a parlare anche di lavoro da remoto, in un periodo in cui alcune società sembra stiano facendo dei passi indietro. Basti pensare alla decisione di Amazon di revocare lo smart working ai propri dipendenti!

Il nuovo accordo mira a superare il vincolo della presenza fisica prevalente. Sguardo rivolto ai neo assunti e ai dipendenti in condizioni di particolare necessità. Per i lavoratori con particolari esigenze di salute o che assistano familiari con disabilità in situazione di gravità ai sensi della legge 104 o genitori con bambini piccoli, si legge nella bozza, “e per le altre casistiche individuate in sede di contrattazione integrativa è possibile estendere il numero di giorni di attività resa in modalità agile rispetto a quelle previste per il restante personale”.

Sarà l’amministrazione a individuare le attività che possono essere svolte da remoto. Per quanto riguarda l’adesione, invece, ha natura volontaria e consensuale.

La bozza di contratto prevede, inoltre, l’erogazione del buono pasto anche per le giornate di lavoro agile, svolte con le stesse ore previste in presenza.

Insomma, un contratto che porta pochi spiccioli nelle tasche dei dipendenti pubblici in cambio di un migliore equilibrio tra vita privata e lavorativa. Sarà però cruciale valutare quelli che potranno essere gli impatti sui servizi erogati al pubblico a rischio interruzioni o ritardi.

Infine, come se gli attuali 67 anni fossero troppo pochi, il colpo di grazia: ai dipendenti pubblici viene data la possibilità di rimanere al lavoro fino ai 70 anni!

Autore Gregorio Scribano
Categoria Politica
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