L'avvenente 33enne direttora d'orchestra Beatrice Venezi, qualche giorno fa, ha conquistato la ribalta della cronaca dopo che un gruppo di associazioni francesi ha presentato una petizione al Sindaco di Nizza, Christian Estrosi, perché rivedesse la precedente decisione di affidarle la bacchetta per il concerto di Capodanno 2024.

"Ricordiamo le posizioni politiche e intellettuali assunte da Beatrice Venezi", è scritto nell'appello. "Molto presente sui media italiani, ha partecipato alla convention del partito di estrema destra Fratelli d’Italia nel maggio 2022 e ci tiene a dare la massima visibilità possibile all’ideologia che difende, sfruttando per questo la sua notorietà di direttrice d’orchestra.In un contesto di banalizzazione dell’estrema destra e del fascismo, l’invito rivolto alla signora Venezi a Nizza costituisce un gesto politico che contestiamo e denunciamo con forza.Il Comune di Nizza non deve, sotto la copertura di un evento artistico e sfruttando l’Opéra de Nice, dare un assegno in bianco al neofascismo italiano. Chiediamo espressamente al direttore Generale dell’Opera Nice Côte d’Azur e al sindaco di Nizza di annullare l’invito rivolto a Béatrice Venezi".

La "consigliera musicale" della Meloni sembra però che dirigerà comunque il concerto a Nizza, anche perché secondo lei l'arte non ha connotazioni politiche. E per rafforzare tale tesi ecco che cosa ha fatto la Venezi.

Martedì 11 luglio, in piazza Napoleone nella sua Lucca, è nata lì, Beatrice Venezi ha diretto il concerto inaugurale per le celebrazioni in occasione del centenario della morte di Giacomo Puccini (29 novembre 1924) con l'orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova e i cantanti Carmen Giannattasio, Marco Berti e Massimo Cavalletti. 

A fine concerto, come fuori programma, la Venezi ha preteso di chiudere la serata con l'Inno a Roma, composto nel 1918 da Fausto Salvatori per celebrare la vittoria dell'Italia nella I Guerra mondiale e, su richiesta dell'allora sindaco di Roma Prospero Colonna, musicato poi da Puccini. Durante il regime fascista, l'interpretazione che ne dette Beniamino Gigli lo fece diventare l'inno del ventennio e, per tale motivo, nell'Italia repubblicana divenne poi sigla dei comizi del Movimento Sociale Italiano.

E così, auspicando che "la cultura torni al centro al di là di ogni pregiudizio politico o di parte", la neofascista Venezi ha eseguito il fascistissimo "Sole che sorgi libero e giocondo..."

E poi se li chiamano per quel che sono, cioè fascisti, lo negano!