Castello 780, uno spazio d’arte che respira tra l’acqua la fondamenta e il cielo, accoglie ed è testimone di un’ulteriore metamorfosi di Birdman. Un piccolo luogo che si trasforma in tabernacolo per il raccoglimento, per la meditazione, per la condivisione, per le confluenze, per il pensiero ... una “camera chiara”.

Un passage che contiene numerosi passages.

Birdman, come una divinità antropomorfica in un antro sacro (Pizia o Sibilla?), è solo insieme ai quattro libri che sono codici sia del sapere esperenziale che sapienzale. Essi racchiudono frattali che pagine di carta intonacata di bianco nelle quali frammenti di natura offesa e lacerata palpitano ancora di vita. Creati dall’artista, proprio per questa mostra-evento, sono spartiti musicali del canto occulto che l’universo incessantemente compone per difendere le diversità del creato.

In questo spazio di meditazione e di riflessione, di ombre e di luce, Birdman si appresta a compiere una nuova metamorfosi elargendo a tutti noi un dono: il dono della sua voce.

La voce di Birdman è uno straordinario concerto, il concerto che Emanuel Dimas De Melo Pimenta, musicologo e musicista, artista e architetto compone nel 2017, dedicandolo a Marco Agostinelli e a Martin Schoyen.

Questa composizione salda l’amicizia e la collaborazione che da oltre venti anni intercorre tra Pimenta e Agostinelli, entrambi uniti dal progetto d’arte Olivestone dedicato all’artista- profeta Joseph Beuys.

Partendo da quello che è considerato il primo spartito musicale conosciuto al mondo, di origine mesopotanica, datato intorno al 2000 a.c. e che appartiene a Martin Schoyen, Pimenta progetta la sua partitura fondandola su tre elementi distinti, tre strutture in parallelo, tre voci: le poesie di cento poeti provenienti da trenta paesi “parlate” da voci robotiche; il canto di trenta uccelli appartenenti a tutti i continenti; la partitura basata sul brano musicale del Nuovo Testamento “Nunc Dimittis” (Ora lascia ... che il tuo servo vada in pace...) conosciuto come il Cantico di Simeone e spesso eseguito al termine di un servizio religioso notturno. Canto che segna il passaggio tra la notte e il giorno, tra le tenebre e la luce.

... Il mito continua: cosa canta Birdman prima di lasciare Venezia e prepararsi al grande volo che lo condurrà a Roma, in Castel Sant’Angelo ?
È, il suo, un cantare misterioso che trasmuta passato, presente e futuro. Tangata Manu, il leggendario guerriero dell’isola di Pasqua, del cui mito Birdman si nutre, si sottoponeva ad una prova sovrumana cercando di raggiungere “l’uovo”, simbolo primario dell’origine del ciclo della vita. In egual modo, Agostinelli-Birdman mutando e trasformandosi, vivendo consapevoli passages, cerca e ricerca ciò che può dare alimento ad una esistenza, ciò che può essere nutrimento nell’impermanenza fragile dell’esistere. E allora Birdman canta forse della ricerca di una luce ? Una luce misterica che conduce ad un “consapevole mutamento “, a un cambiamento di rotta e quindi a un’iniziazione?  

Annamaria Orsini