Come vanno lette le parole scritte martedì su Facebook dal segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, intitolate PENSARE ALL'ITALIA?

Martina non si è rivolto a qualcuno in particolare, però ha affidato al "vento di Facebook" le seguenti "prime" tre proposte:

POVERTÀ. Allargare il Reddito di Inclusione per azzerare la povertà assoluta in tre anni e potenziare le azioni contro la povertà educativa;

FAMIGLIE. Introdurre l’assegno universale per le famiglie con figli, la carta dei servizi per l’infanzia e nuovi strumenti di welfare a favore dell’occupazione femminile, per ridurre le diseguaglianze e sostenere il reddito dei ceti medi;

LAVORO. Introdurre il salario minimo legale, combattere il dumping salariale dei contratti pirata anche valorizzando il Patto per la Fabbrica promosso dalle parti sociali. Tagliare ancora il carico fiscale sul costo del lavoro a tempo indeterminato per favorire assunzioni stabili con priorità a donne e giovani, norme per la parità di retribuzione dei generi.

Queste del Partito Democratico - ha scritto Martina - sono proposte concrete. "Confrontarsi con i cittadini a partire dai loro bisogni e dalle loro aspettative. Lasciamo ad altri tatticismi, scontri personali e di potere. Noi pensiamo all’Italia."



Gli organi di propaganda del Pd non hanno commentato le parole di Martina, limitandosi solo a riportarle così come sono state scritte, segno che quanto diffuso dal segretario reggente è stato soppesato, limato e valutato dai vertici del partito e che qualsiasi interpretazione dovrà essere espressa solo in futuro. Diplomazia.

È evidente che Martina ha gettato un amo ai 5 Stelle per valutare se ci siano i presupposti per iniziare un dialogo partendo da temi su cui sia possibile trovare una qualche convergenza. Chissà se il suggerimento è arrivato o meno dal Colle.

In ogni caso, il Pd adesso ha aperto il dialogo. La prossima mossa spetterà a Di Maio, o a chi per lui, che dovrà rilanciare per avviare un dialogo ufficiale per capire se ci possano essere o meno i termini per costituire un accordo - o un contratto come dice lui - per mettere insieme un governo e far partire la legislatura.

A questo punto, Mattarella potrebbe anche prolungare l'attesa per una sua decisione, nel caso si prospettasse la possibilità che non si rendesse più necessario un incarico "esplorativo".

Adesso non resta che attendere la risposta dei 5 Stelle.