Vigili del fuoco, Protezione Civile, volontari stavano scavando nel fango da ore, giorno e notte senza sosta, nella angosciante ricerca delle vittime della frana di Casamicciola.

Un evento tragico che teneva con il fiato sospeso milioni di persone, non solo in Italia.

In quelle stesse ore, però, un rappresentante delle istituzioni, ministro del Governo Meloni, dimostrava di non affliggersi troppo per quei morti e per il disastro che stava coinvolgendo centinaia di ischitani perché più interessato ad eventuali aspetti marginali dell’evento.

Quel ministro, Daniela Santanchè, proprio mentre venivano recuperati dal fango i corpi delle prime vittime, rilasciava dichiarazioni raccomandando ai cronisti di non dare troppa rilevanza a quella tragedia per non compromettere i flussi turistici della prossima Pasqua.

Un cinismo spregevole e vergognoso, indegno di un ministro della Repubblica Italiana.

Ma in quanto a cinismo tra i colleghi di governo Daniela Santanchè sembra non essere sola.

Proprio la tragedia di Ischia, infatti, avrebbe dovuto indurre Giorgia Meloni a riunire subito i suoi ministri per riconsiderare le scelte degli investimenti inseriti in manovra, facendo proprie le evidenze che ISPRA riportava nel rapporto 2021 su “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità ed indicatori di rischio” e che si riassumono in:  

“Quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto idrogeologico e soggetto ad erosione costiera ed oltre 8 milioni di persone abitano nelle aree ad alta pericolosità”. 

Credo che mettere in sicurezza quegli 8 milioni di cittadini, che vivono in territori ad alta pericolosità, dovrebbe essere tra gli obiettivi primari di un governo serio e responsabile.

Invece, mentre ad Ischia cittadini morivano ed altre centinaia dovevano abbandonare le loro case, il ministro esibizionista con l’ossessione di propagandarsi, Matteo Salvini, andava in giro ostentando di aver imposto in manovra la riattivazione del “ponte sullo Stretto”.

Ora, aldilà di quanto asseriscono i tecnici su rischi e fattibilità del ponte in una zona ad alta sismicità, aldilà degli elevati costi da sostenere per la sola fase di analisi e progettazione (oltre a quelli già sostenuti, ndr), mi chiedo perché mai lo stesso impegno, la stessa determinazione e le stesse risorse il governo Meloni non le destini a mettere in sicurezza quel 94% di comuni ed i relativi abitanti?

I perché potrebbero essere molto semplici.

O migliaia di cantieri, con la relativa forza lavoro, ma disseminati su tutto il territorio nazionale (NdR: perché dal dissesto sono interessate tutte le regioni), servirebbero meno alla propaganda politica dell’ipotetico cantiere per il ponte, anche se impiegasse meno lavoratori.

Oppure, non lo escluderei, per appagare la sua ambizione il megalomane Salvini fantastica già di intestarsi come monumento il ponte a futura memoria: THE SALVINI BRIDGE !