“Crediamo che il quartiere meriti un investimento così importante e tutta l’attenzione per una nuova e più moderna funzionalità”, ha detto il sindaco Andrea Romizi parlando della riqualificazione dell'area di Fontivegge che il Bando Periferie e Agenda Urbana gli permette di fare e, nel quale quartiere viene spesa la somma di euro 1 milione e 459 mila (50%) su quella totale stanziata di 2 milioni e 950 mila euro per gli interventi di riqualificazione previsti.
Non che l’attenzione per la situazione di Fontivegge deve mancare, questo no! Ma c’è da domandarsi come sia possibile che l’amministrazione comunale abbia ripartito la somma in siffatto modo e che il Sindaco faccia una simile dichiarazione per motivarla (come quella in premessa) che lascia, quantomeno, un attimino perplessi; viste le condizioni disastrate in cui versano moltissimi altri quartieri di Perugia; anche loro bisognosi di una nuova “moderna funzionalità” meritevole parimenti a quella di Fontivegge.
Ma forse, facendo queste considerazioni, non teniamo conto di certi fattori soggettivi (e non giusti) che intervengono a determinare le priorità che la politica comunale intende portare avanti.
A questo punto, tutto sommato, ci sembra di vivere, a noi cittadini che camminano per le reali strade della città e non frequentiamo la sconosciuta dimensione dei palazzi del potere, una realtà diversa da come la vive chi è autorizzato a trascendere in un altra dimensione di gestione politica; interdetta purtroppo a chi, soggetti e associazioni comprese, non ha gli stessi presupposti politici di partito e di posizioni ideologiche del gruppo comunale che determina l’andamento gestionale della città!
Forse, da quello che ci è dato vedere dalle nostre “tre dimensioni terrene”, la politica di Perugia (naturalmente quella che gestisce il potere attuale) ha trovato il modo di un “transfert dimensionale” che, per necessità, li proietta in un mondo politico parallelo a questo normale nel quale viviamo noi e dove l’accesso è consentito solo a pochi eletti iniziati.
Il nostro Sindaco, va da sé, che ne è il sacerdote e il custode di tale sapienza; se non altro formalmente.
Poi è comprensibilissimo che l’accedere a questo universo parallelo, è possibile sicuramente solamente pronunciando certe “formule magiche politiche” che includendo precise parole come per esempio “FI, Lega, FdI”, vengono rivelate solo a pochissimi adepti.
Allora, se le cose stanno così, si domanderà: come facciamo a sapere questi segreti tenuti stretti dal potere politico locale, dal momento che non siano degli adepti?
Ne possiamo essere sicuri valutando certe dichiarazioni fatte, come quella in premessa. Oppure da certi atteggiamenti come quello di recente tenuto dal vice Sindaco che, essendo medico ha indossato il camice, andando a fare tamponi, motu proprio al di fuori dei protocolli della sanità pubblica, scegliendo una certa scuola e non altre.
Poi, ancora da altri atteggiamenti come il fare manutenzione del verde o delle strade (tanto per dirne alcuni) su certi quartieri e non su altri; palesemente non tenendo conto delle reali esigenze di quelli che avrebbero dovuto avere, come necessità, la priorità.
Tutti fattori che, all’apparenza, possono sembrare cose da poco ma che invece, sono segnali precisi che indicano atteggiamenti presi in dimensioni diverse da quelle di una normale e reale funzione gestionale della città!
Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)