La guerra all'Eurovision è stata vinta dall'Ucraina
Se al posto della Kalush Orchestra, gruppo folk rap tra l'etnico e il tamarrico (neologismo inventato sul momento), vi fosse stata la "almeno" più carina ed elegante Alina Pash a rappresentare l'Ucraina all'Eurivision di quest'anno, il verdetto non sarebbe cambiato: la vittoria all'Ucraina sarebbe stata comunque assicurata.
Ma Alina Pash si era macchiata di un reato gravissimo: nel 2015 aveva fatto un viaggio in Crimea! Addirittura! Secondo le leggi di Kiev è infatti vietato recarsi in quel Paese dopo la sua annessione alla Russia del 2014.
La vittoria ucraina all'Eurovision non poteva non essere scontata, soprattutto dopo che poco prima dell'inizio della serata conclusiva il presidente Volodymyr Zelensky aveva inviato un videomessaggio su Telegram dove invita a votare per il suo Paese: "Molto presto nella finale dell'Eurovision, il continente e il mondo intero ascolteranno le parole della nostra terra. Credo che, alla fine, questa parola sarà Vittoria! Sosteniamo i nostri connazionali, sosteniamo l'Ucraina!"
Dopo il trionfo scontato della Kalush Orchestra, Zelensky si è congratulato con il gruppo aggiungendo che il coraggio dell'Ucraina "impressiona il mondo" e che il suo Paese farà del suo meglio per organizzare il concorso del prossimo anno (che spetta al Paese vincitore). Inoltre, Zelensky ha promesso di ospitare un giorno l'Eurovision in una Mariupol "libera, pacifica e ricostruita".
Anche se la parentesi Eurovision non poteva mancare nel riassunto giornaliero della guerra, essendo la propaganda elemento essenziale di qualsiasi conflitto, anche durante l'evento si è continuato a combattere.
E se il ministero della Difesa del Regno Unito ipotizza che la Russia abbia probabilmente perso un terzo delle sue forze di terra in Ucraina e che l'offensiva russa nel Donbass abbia perso slancio, le forze di Mosca adesso concentrano i loro attacchi contro Lyman, Sievierodonetsk, Avdiivka e Kurakhiv, mentre verso ovest bombardano l'oblast di Dnipropetrovsk e addirittura quello di Leopoli, dove è stata colpita una infrastruttura militare.
E mentre i russi accusano gli ucraini di bombardare il villaggio di Sereda (nel distretto di Shebekino) nell'oblast di Belgorod, Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol, accusa i russi di aver usato bombe al fosforo nel bombardare la città portuyale sul Mar d'Azov, aggiungendo che saranno gli specialisti a confermarlo.
Intanto, mentre si dovrebbe parlare di colloqui di pace, i ministri della difesa dei Paesi Nato si congratulano tra loro per l'ingresso di Finlandia (e Svezia) nell'Alleanza atlantica con la britannica Liz Truss che definisce essenziale per la Nato la "politica della porta aperta", mentre del conflitto in Ucraina ha parlato ma solo in relazione ad una sconfitta della Russia, che adesso sembra l'unico traguardo auspicabile per la sua conclusione.
E se il presidente ucraino ricorda che la guerra in atto potrà provocare carestie in tutto il mondo, lo fa perché i Paesi che lo supportano continuino ad inviare più armi che consentano di sconfiggere la Russia quanto prima.
Di positivo, la notizia riportata dalla Reuters che il convoglio, che contava tra le 500 e le 1.000 auto, proveniente da Mariupol è arrivato ieri sera nella città di Zaporizhia, controllata dall'Ucraina, dopo aver trascorso giorni di attesa ai check-point russi.
Questo l'ultimo aggiornamento sulle perdite subite dall'esercito russo a partire dal 24 febbraio: 27.400 soldati, 1.220 carri armati, 2.958 veicoli corazzati da combattimento, 555 pezzi di artiglieria, 195 sistemi di lancio multiplo di razzi, 89 missili terra-aria, 164 elicotteri, 200 aeroplani, 416 droni e 13 imbarcazioni.