Jean Louis Trintignant , più che un attore, è un monumento all’arte della recitazione. Nato nel 1930 in Provenza da agiata famiglia, dopo una parentesi militare ad Algeri spiccò il volo, rallentando solo negli anni ottanta, dopo un incidente stradale. Ha ricevuto premi in mezzo mondo e divenne noto, in Italia, da coprotagonista di Vittorio Gassman, nel capolavoro di Dino Risi “Il sorpasso” (1960), che ispirò Easy Rider.

Più volte sposato, ebbe a vivere un primo grande dolore con la seconda moglie, la sceneggiatrice e regista Nadine Marquand ( sorella dell’attore Christian) allorché la loro secondogenita Pauline, nel 1969 (pare a Roma) se ne andò a seguito della cosiddetta “morte in culla”.  La coppia, che aveva già Marie, accoglierà nel 1973 Vincent, ma l’unione si concluderà pochi anni dopo.

Talento naturale, Jean Louis, bello e malinconico nelle sue delicate fattezze, professa un’ideologia draconiana, tra l’anarchia e il marxismo e si concederà sempre poco ai media, anche se si registra una sua recente intervista, mossa dalla pena mai sopita per la morte della prima figlia, Marie.

Attrice di una certa fama, (recitò col padre in “Tre colori – film rosso”, di  Krzysztof Kieslowski), la donna aveva avuto quattro figli da più unioni. Il 26 luglio 2003 la quarantunenne si trovava a Vilnius, capitale della Lituania, per lavoro, accompagnata dal suo ultimo compagno, Bernard Cantat, leader del gruppo Noir Désir, che nel 2001 aveva martellato le orecchie del globo col pezzo “Le vent nous portera”, imaginifico pezzo che vedeva alla chitarra il no global Manu Chao, perché il clima era quello, antagonista e libertario.

I resoconti sono frenetici e poco chiari, fatto sta che Vincent Trintignant, chiamato da Bernard, dovette precipitarsi da loro, trovando la sorella a letto e il cantante che, non più così pressante, invitava alla calma e a non chiamare i soccorsi perché lei stava solo dormendo; il fratello sosterrà che Marie non sembrava avere problemi.

Strano perché quando, finalmente, si decideranno a portarla in ospedale, i medici rileveranno l’esito di percosse selvagge e, nonostante interventi disperati in Lituania e in Francia, il primo agosto giungerà la morte. Versione di Cantat: una lite degenerata, un caduta accidentale. Il bel tenebroso scontò una pena in loco, e un’altra in Francia, inclusa riabilitazione, troppo breve per mamma Nadine (che stigmatizza il messaggio di scarsa severità verso il femminicidio), mentre Jean Louis appare conforme al suo credo garantista e non protesta.

Cantat, descritto come gelosissimo della Trintignant, in realtà aveva in corso un matrimonio e proprio nel 2003 gli nacque la seconda figlia, ma non ci formalizziamo; però, un po’ ci colpisce che la consorte, l’intellettuale ungherese Krisztina Rády, sia finita di una strana morte nel 2010, a seguito della quale il vedovo fu sospettato, ma prosciolto, anche se la famiglia della donna e perfino associazioni femministe insistevano per fare chiarezza sulle violenze domestiche forse subite, ma mai denunciate, dunque si trattò di un suicidio.

Le scomparse strane non mancano neppure tra i vip francesi, dall’esplosivo cantante Claude François nel 1978, (scossa elettrica?) al cantautore di origini genovesi Nino Ferrer (1998), coltissimo studioso, marito e padre,  che si sparò.

Marie è sepolta al Père Lachaise, accanto a Gilbert Bécaud. Panta rei.