Nell'articolo sono riportate le dichiarazioni rilasciate dal palco in occasione del Family Day 2016.
Questo il riassunto dell'intervento conclusivo del presidente del comitato organizzatore, Gandolfini: «Questa è una legge distruttiva, bisogna stare molto attenti. Le ricadute saranno culturali e colpiranno i nostri figli. ... Il decreto Cirinnà non è accettabile dalla prima all'ultima parola, e si rende necessaria un'operazione radicale. Non si tratta di mettere a posto qualcosina e cambiare 3 o 4 paroline, il ddl deve essere totalmente respinto. ... Viene messa in discussione la verità stessa dell'uomo, la sua natura».
L'intervento dalla California della femminista Jennifer Lahl si è basato sulla maternità surrogata: «La maternità surrogata è uno sfruttamento delle donne, le rende schiave e le tratta come produttrici di bambini a pagamento. ... La maternità surrogata è una violenza contro le donne che mettono a rischio la propria salute e danneggiano il loro benessere. ... Tratta i bambini come dei prodotti da comprare e da vendere, da scartare quando non li vogliamo più. ... È un’industria che risponde ai desideri di genitori senza preoccupazione per i bisogni dei bambini che vengono generati».
L'intervento di Mario Adinolfi, il primo a salire sul palco, non ha mancato di sottolineare un certo ricatto politico nei confronti del governo e del premier: «Una piazza così non si è mai vista. ... Renzi ci ricorderemo. Nel 2007 insieme a lui ho condiviso questa stessa piazza. Il ddl Cirinnà vuole attaccare il cartellino del prezzo accanto al nome dei nostri figli».
Oltre a quelle dei politici presenti, da segnalare le dichiarazioni di sostegno dell'Osservatore Romano e di Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica romana.
Naturalmente non sono mancati gli annunci sulla partecipazione alla manifestazione. Alle 12.45 la Binetti proclamava: «Il Circo Massimo è già pieno. Mancano due ore e il mezzo milione di partecipanti è già assicurato». Alle 14, dal palco, gli organizzatori parlavano di 1 milione di partecipanti. Un'ora dopo, Gandolfini parlava già di due milioni persone».