Aldous Huxley nel 1961 affermò: ”La dittatura perfetta avrà sembianze di democrazia. Una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù”.

La scorsa settimana mi ha riservato delle sorprese molto significative: durante un incontro “casuale” parlando della situazione di disagio in cui si trova il territorio locale, il mio interlocutore mi ha confermato come i guasti prodotti dai vari partiti hanno lasciato un segno indelebile nella collettività: “Io sono un uomo di destra ma ho stretto la mano a Craxi perché quando c’era lui si mangiava tutti, mangiavano loro e facevano mangiare anche noi, oggi non si capisce più niente”.

Nel tardo pomeriggio di sabato sono passata per una via piena di tavoli all’aperto gestiti da vari bar, sono rimasta allibita dinanzi allo spettacolo surreale “dell’aperitivo” a tutti i costi anche in un piccolo centro di provincia: tavoli pieni, soprattutto di giovani, accalcati, senza mascherine, parlavano e ridevano a voce alta, sembrava di stare ad una fiera. I camerieri sudati correvano avanti e indietro con i loro vassoi pieni di bicchieri di cocktails e stuzzichini. Non era un’occasione per socializzare ma un vero e proprio “culto”, una necessità. Una mia conoscente che ha sperimentato con il marito tale esperienza mi faceva osservare che l’aperitivo è un sostituto della cena perché con 8 euro a persona si risolve il problema del pasto serale. Se ciò fosse vero al surreale si affianca l’assurdo. Come da consuetudine consolidata ciò che conta è l’apparenza e i rituali dettati dalla moda del momento divengono un obbligo sociale. Queste sono le cose che dovrebbero farci riflettere.

Andiamo avanti. Sono rimasta sconcertata leggendo un articolo su una testata nazionale dove il giornalista, parlando della situazione politica attuale, auspicava un “rinnovamento” attingendo alle forze buone dei vari partiti (riferendosi a coloro che avevano lasciato le varie cricche perché rimasti delusi): un "nuovo partito" di fuoriusciti è come mettere una toppa su di un vestito vecchio.

Due giorni fa è stata depositata la perizia dei CTU nominati dalla Procura di Genova nella quale si dichiara esplicitamente che il crollo del ponte Morandi è stato doloso perchè provocato da gravi negligenze: è sconcertante che ci siano voluti due anni e mezzo per stabilire una realtà pacifica sin dai primi istanti dalla tragedia. Il ministro Toninelli ha subito un vero e proprio linciaggio mediatico per aver fatto la cosa giusta: chiedere la revoca della concessione e iniziare un programma di controlli accurati sull’intera rete autostradale facendo letteralmente esplodere un vaso di Pandora. Questo governo dimostra di voler cambiare le regole frutto di patti scellerati consumati a danno di una collettività passiva e complice. Non è da giustizialisti chiedere che coloro che hanno avuto un comportamento doloso si assumano le loro responsabilità e risarciscano lo Stato per il gravissimo danno in termini di vite umane e di degrado delle infrastrutture e chiedere conto anche ai funzionari istituzionali preposti ai controlli di assumersi le loro responsabilità. Non si può considerare un “atto di giustizia” le dimissioni di Castellucci da Atlantia con una buona uscita di 8 milioni di euro. Metterli agli arresti domiciliari non serve a nulla, occorre quantificare i danni, tradurli in euro e farglieli pagare con gli interessi e spese varie. E' perdere il denaro che li fa soffrire non altro. Questa è una fattispecie umana che non prova nulla per il prossimo, vive solo per accumulare ricchezza.

Se si assemblano questi pezzi, appare l’immagine di una società decadente, prona, priva di autocoscienza civile e morale pronta a delegare agli “avanzi” dei partiti l’incarico di garantire loro una tranquilla vita sul modello craxiano. Chiusi nella loro mediocrità e miopia, desiderano tornare a “mangiare” per garantire ai loro figli la fame.  Abbiamo decenni di abusi e di corruzione che hanno strangolato ogni forma di creatività e di libera iniziativa: persone intelligenti e capaci sono state falcidiate perché volevano vivere e realizzare le loro legittime aspirazioni svincolate dal marchio infamante della schiavitù e del ricatto di quei predatori che hanno cancellato il futuro di questo Paese divorando quello che era stato costruito con il lavoro di molti. Troppi sono i nostalgici fiancheggiatori che desiderano tornare indietro e continuano a manifestare il loro tacito consenso votando quanto gli viene imposto dai loro padroni.  

Ancor oggi i nostalgici, alla ricorrenza della morte di Craxi, si recano ad Hammamet per rendere omaggio a colui che ha trasformato la corruzione in sistema. Per l’occasione hanno trasmesso lo storico discorso pronunciato in Parlamento da questo “statista”: un autentico oltraggio diretto alla parte integra di questo sfortunato Paese quando definisce lo scippo sistematico delle risorse pubbliche un “errore politico” non un attentato alla democrazia e alla dignità dei cittadini onesti.

Se non si abbandonano gli errori del passato e non si ha il coraggio di voltare pagina non si va da nessuna parte. L’alternativa c’è, occorre la forza di tradurla in atti concreti di buona volontà. Quando entrò in carica il primo governo Conte non sapevo cosa pensare: la presenza di Salvini avrebbe sicuramente limitato la realizzazione del programma elettorale al M5S, il premier era un’incognita e molti gli infiltrati nel movimento, Bracciano ne è un esempio. Per la prima volta dopo decenni, al di là delle mie considerazioni personali, sentivo che comunque sarebbe circolata un’aria nuova infatti è stato il premier Conte con quattro parole a dare il segnale, testualmente: “Adotteremo il modello di sviluppo di Adriano Olivetti”. In quel momento mi sono resa conto perché il sistema gli aveva dichiarato guerra a suon di titoloni sulle principali testate nazionali e si susseguono gli “attentati” politici al suo mandato.

Sicuramente la maggioranza degli elettori questo messaggio non l’ha capito ma l’ha capito bene la controparte e i loro gregari.  Si parla di imprenditoria etica, di democrazia senza partiti, del denaro a servizio dell’uomo e non viceversa, di comunità rette da valori cristiani al di là delle confessioni religiose, di un modo nuovo di intendere la vita sociale, politica, economica, culturale, personale e artistica: dobbiamo essere noi gli artefici di questo innovamento. Adriano Olivetti aveva iniziato a realizzare le sue intuizioni geniali che ancor oggi rimangono attuali più che mai e costituiscono delle finestre sul futuro. Abbiamo un percorso già tracciato occorre avere la buona volontà di rimboccarci le maniche e darci da fare.  E’ questa la risposta pacifica e costruttiva allo sfascio attuale.