Dichiarazione del presidente del Consiglio, Mario Draghi:
"Il Governo italiano condanna l’attacco della Russia all’Ucraina. È ingiustificato e ingiustificabile. L’Italia è vicina al popolo e alle istituzioni ucraine in questo momento drammatico. Siamo al lavoro con gli alleati europei e della NATO per rispondere immediatamente, con unità e determinazione".
Dichiarazione alla stampa della presidente Ue, Ursula von der Leyen:
"Questa mattina presto, le truppe russe hanno invaso l'Ucraina, un paese libero e sovrano. Ancora una volta, nel centro dell'Europa, donne, uomini e bambini innocenti muoiono o temono per la loro vita. Condanniamo questo barbaro attacco e gli argomenti cinici per giustificarlo.È il presidente Putin, che sta riportando la guerra in Europa. In queste ore buie, l'Unione Europea e il suo popolo sono al fianco dell'Ucraina e del suo popolo. Siamo di fronte a un atto di aggressione senza precedenti da parte della leadership russa contro un paese sovrano e indipendente. L'obiettivo della Russia non è solo il Donbass, l'obiettivo non è solo l'Ucraina, l'obiettivo è la stabilità in Europa e l'intero ordine di pace internazionale. E riterremo il presidente Putin responsabile per questo.Più tardi, oggi, proporremo ai leader europei un pacchetto di sanzioni massicce e mirate per l'approvazione. Con questo pacchetto, punteremo a settori strategici dell'economia russa, bloccando il loro accesso a tecnologie e mercati che sono fondamentali per la Russia. Indeboliremo la base economica della Russia e la sua capacità di modernizzazione. Inoltre, congeleremo le attività russe nell'Unione europea e fermeremo l'accesso delle banche russe ai mercati finanziari europei. Come con il primo pacchetto di sanzioni, siamo strettamente allineati con i nostri partner e alleati: Stati Uniti, Regno Unito, Canada, ma anche, ad esempio, Giappone e Australia. Queste sanzioni sono progettate per mettere a dura prova gli interessi del Cremlino e la sua capacità di finanziare la guerra.E sappiamo che milioni di russi non vogliono la guerra. Il presidente Putin sta cercando di riportare indietro l'orologio ai tempi dell'impero russo. Ma così facendo, mette a rischio il futuro del popolo russo. Invito la Russia a fermare immediatamente le violenze e a ritirare le sue truppe dal territorio ucraino. Non permetteremo al Presidente Putin di demolire l'architettura di sicurezza che ha dato all'Europa pace e stabilità per molti decenni. Non permetteremo al presidente Putin di sostituire lo stato di diritto con lo stato di forza e spietatezza. Non dovrebbe sottovalutare la determinazione e la forza delle nostre democrazie.La storia ha dimostrato che le società e le alleanze basate sulla fiducia e sulla libertà sono resilienti e di successo. Ed è esattamente ciò che temono gli autocrati. L'Unione europea è con l'Ucraina e il suo popolo. Continueremo a sostenerli. L'Ucraina prevarrà".
Dichiarazione del presidente Usa, Joe Biden:
"Le preghiere del mondo intero sono con il popolo ucraino, stasera, mentre subisce un attacco non provocato e ingiustificato da parte delle forze militari russe. Il presidente Putin ha scelto una guerra premeditata che porterà una catastrofica perdita di vite umane e sofferenze umane. Solo la Russia è responsabile della morte e della distruzione che questo attacco porterà, e gli Stati Uniti, i loro alleati e partner risponderanno in modo unito e deciso. Il mondo riterrà responsabile la Russia.Questa sera monitorerò la situazione dalla Casa Bianca e continuerò a ricevere aggiornamenti regolari dalla mia squadra di sicurezza nazionale. Domani incontrerò i miei omologhi del G7 al mattino e poi parlerò al popolo americano per annunciare le ulteriori sanzioni che gli Stati Uniti, i nostri alleati e partner imporranno alla Russia per questo inutile atto di aggressione contro l'Ucraina e la pace e la sicurezza globali. Ci coordineremo inoltre con i nostri alleati della NATO per garantire una risposta forte e unita che determini qualsiasi aggressione contro l'Alleanza. Stanotte, Jill ed io preghiamo per il popolo coraggioso e orgoglioso dell'Ucraina".
Di tali dichiarazioni se ne potrebbero aggiungere altre, come quella ad esempio del segretario generale dell'Onu, ma la sostanza non cambierebbe: la Russia è responsabile di un attacco ingiustificato contro l'Ucraina, la Russia deve fermarsi, la Russia subirà le conseguenze delle sue azioni.
Dopo la caduta del muro di Berlino si credeva, sbagliando, che la storia - almeno in Europa - potesse finalmente cambiare, ma non è così. Si ripete, seppure sotto altre forme, all'infinito. Nei decenni dopo la seconda guerra mondiale abbiamo assistito ad una contrapposizione tra imperialismo e colonialismo, dove sotto queste due sigle Stati Uniti e Russia (al tempo Unione Sovietica), si sono spartiti il mondo con una politica di alleanze in parte cercate ed in parte imposte. Oggi sta accadendo lo stesso con un attore in più, la Cina, e con la Russia che, abbandonato il comunismo, è tornata allo zarismo con Putin sul trono del ricostituendo impero.
Oggi ci scandalizziamo di quanto sta facendo Putin in Ucraina, anche se non è molto diverso da quello che l'America di Bush ha fatto in Iraq. La giustificazione dell'invasione con la richiesta a Putin, da parte dei leader delle pseudo repubbliche ribelli del Donbass, di intervenire in loro difesa per gli attacchi dell'esercito di Kiev, può essere più scandalosa della messa in scena degli Stati Uniti sulle armi di distruzione di massa in possesso di Saddam?
La Russia di Putin sta ricostituendo l'impero zarista, con l'obiettivo di estendere il proprio controllo anche ai Paesi che facevano da cuscinetto con l'Europa ai tempi dell'Urss. Gli Stati Uniti, per decenni, hanno influenzato, fino ad organizzare e finanziare dei colpi di Stato, le politiche degli Stati del Centro e del Sud America... con Trump che ha cercato di destabilizzare il Venezuela dopo aver reimposto sanzioni contro Cuba. L'Africa è un terreno di conquista per tutti, perché può essere sfruttata impunemente per le sue risorse... uno sfruttamento che è "pagato" con guerre locali, di cui sono in pochi a parlare, ma con conseguenze non meno tragiche di quelle che provocherà la guerra in Ucraina.
Come riassumere tutto questo? Con la sensazione, per non dire la certezza, della distanza siderale che separa i governati da coloro che sono stati chiamati a governare, che continuano a confondere sicurezza e benessere con interessi privati che riguardano il potere ed il suo mantenimento, veicolato da alcuni potentati economici che guardano esclusivamente ai loro ritorni.
Il nazionalismo, che tanto va di moda di questi tempi, è uno dei tanti strumenti di leva, forse il principale, che consente ai cosiddetti leader di far credere alle persone che una determinata decisione è imprescindibile e improrogabile. Naturalmente non è così, ma è più conveniente e facile crederlo. Così, adesso, dobbiamo preoccuparci della crisi in Ucraina, ma non sarà l'ultima di cui preoccuparci.