Da una parte, Carles Puigdemont chiede vengano tutelati i suoi diritti di deputato eletto e che venga accettata la sua candidatura a presidente della Generalitat via Skype, dall'altra il Tribunale costituzionale della Spagna che con una risoluzione ritenuta illegale dai costituzionalisti di quel Paese ne stabilisce l'impossibilità. In mezzo, il presidente del Parlamento catalano Roger Torrent che deve prendere una decisione.
Il Tribunale costituzionale ha emanato una direttiva per evitare di poter aggirare la possibilità che un candidato alla presidenza della Generalitat possa proporsi per l'incarico senza essere presente in Aula. La norma è ritenuta da molti costituzionalisti insensata dal punto di vista "giuridico" e si è fatto ricorso contro di essa. Ma i tempi per la formazione del Governo prevedono che martedì si presentino le candidature.
Carles Puigdemont ha inviato a Torrent una lettera perché vengano tutelati i suoi diritti e che sia consentita la sua candidatura anche tramite Skype. Nel frattempo, Meritxell Serret (ERC), Clara Poinsatí e Lluís Puig i Gordi (PDeCat), rifugiati anch'essi in Belgio, si sono dimessi dal seggio cui erano stati eletti per facilitare la maggioranza degli indipendentisti nel Parlamento catalano.
Che cosa accadrà domani pomeriggio nella plenaria non è ancora certo, tanto che non è neppure esclusa la presenza di Puigdemont in aula. I colpi di scena non sono esclusi a priori.