Il mercato azionario continua a premiare Wall Street piuttosto che l'Europa. Malgrado i giudizi siano nettamente migliori per il Vecchio Continente, gli investitori istituzionali continuano a rivolgersi agli USA. Abbiamo analizzato la situazione per comprendere i perché di questo paradosso.
I grandi investitori istituzionali, dai fondi di investimento ai fondi sovrani che per lo più sono targati USA, Gran Bretagna e Australia, hanno tutto l'interesse a non investire in Europa.
Ciò è dovuto principalmente dall’apprezzamento dell’euro sui mercati che secondo gli investitori istituzionali non si può considerare concluso, tanto che alcuni analisti prevedono che il rapporto di cambio con il dollaro possa arrivare fino a 1,30 entro fine anno, avendo così effetti negativi aulla competitività delle imprese europee e, come conseguenze, una ricaduta sul valore delle loro azioni.
A questo si aggiunge la crescita economica che non sembra, al momento, dare l'idea di tenere il passo di quella americana. Infine c’è il fattore politica. Dalla Brexit in poi, i movimenti anti-euro hanno acquistato credibilità e gli investitori giudicano la loro possibile affermazione in senso negativo perché non riescono a prevedere quelle che potrebbero essere le ricadute di una loro affermazione sul mercato.