In preparazione delle prossime elezioni europee il sistema politico italiano ha dato l’ennesima dimostrazione del suo stato di crisi visibile in un grande “vuoto” di idee, programmi e risorse umane, aggiungendo confusione alla tanta già esistente.

Le principali manifestazione sono:

  • I 42 “partiti” che hanno depositato il Logo al Viminale  confermano la loro inconsistenza “politica” perché è ovviamente incredibile che possano esistere 42 ideologie talmente diverse da richiedere la formazione di liste separate e molte con nessuna  probabilità di elezione.

  • Le candidature di persone che sicuramente verranno elette ma che non andranno al Parlamento Europeo  rappresentano l’incapacità di presentarne altre “nuove” adeguate a raccogliere un ampio consenso.

  • La rinuncia a favore del “primo escluso”  fa da traino per candidature di più basso profilo che per questo motivo hanno ottenuto poche o “quasi zero” preferenze e pone seri dubbi sulla sua legittimità.

  • La “voluta” mancanza di informazioni sui candidati presentati  non consente agli elettori di capire se hanno:

     - le conoscenze e  l’esperienza per andare a scrivere o riscrivere leggi che riguardano 450 milioni di persone dislocate in 27 paesi diversi;
     - la padronanza della lingua inglese in lettura, scrittura e conversazione essenziale per la comunicazione con i colleghi;
     - la volontà di andare a Strasburgo/ Bruxelles  rinunciando per cinque anni ad ogni altra attività in ambito nazionale.

  • L’eliminazione della campagna elettorale, oltre a porre seri dubbi sull’utilizzo dei fondi ad essa destinati, conferma una precisa volontà di evitare presentazioni, dibattiti, confronti, che possano mettere in luce le debolezze del sistema .

  • Si può pertanto concludere che l’obiettivo delle prossime elezioni non è quello di formare  un Parlamento Europeo in grado di affrontare i molti problemi dei  nostri tempi ma semplicemente la conquista del maggior numero di voti e seggi che comunque  sono di grande interesse dal punto di vista economico (un eurodeputato riceve  circa 21.000 euro/ mese tra stipendio base, rimborsi e indennità varie) e servono come sondaggio del consenso politico nazionale.

Molti italiani hanno capito queste cose ed esprimeranno il loro dissenso non andando a votare che, purtroppo,  servirà solo a consolidare la situazione esistente.