Esteri

Prende forma il piano di spese federali di Trump per il prossimo anno fiscale

L'ennesima sospensione di un giudice federale, stavolta dello stato delle Hawaii, dell'ennesimo divieto  da parte di Trump non è, in fin dei conti, la notizia più interessante che riguarda le vicende del neo presidente USA.

A questo riguardo, è più utile la notizia relativa alla redazione del primo budget di spesa dell'amministrazione Trump. Dalla destinazione delle risorse federali, infatti, si capiscono le scelte  di Trump che, dal punto di vista della logica, appaiono sempre più incomprensibili e contraddittorie.

Il bilancio riguarda le spese discrezionali per il prossimo anno fiscale, che partirà dal primo ottobre, e avvia l'inizio del braccio di ferro che annualmente impegna qualsiasi presidente USA con il Congresso che tiene i cordoni della borsa e che, difficilemente, approva ciò che è stato deciso alla Casa Bianca senza fare modifiche.

Infatti, sebbene la maggioranza del Congresso sia repubblicana, i suoi membri vengono comunque votati nello Stato di appartenenza e, difficilmente, potranno accettare tagli che vadano ad incidere sugli interessi del proprio elettorato.

Nel piano attualmente presentato da Trump, sono indicati 54 miliardi di dollari in più da destinare alla difesa, oltre ad un anticipo sulle spese per la realizzazione del muro sul confine con il Messico.

Rispetto alle sue promesse elettorali, niente è stato indicato riguardo al "trilione" di dollari che in campagna elettorale era stato promesso per le spese da dedicare alle infrastrutture come ponti, strade e aeroporti.

In merito alle indicazioni finora riportate, gli aumenti di spesa nel budget sono stati effettuati, intervenendo con dei tagli per mantenere il deficit federale sotto i 500 miliardi di dollari e non incrementarlo.

Gli umenti di spesa riguarderanno l'arsenale nucleare, l'assistenza sanitaria ai veterani, l'FBI ed il Dipartimento di Giustizia. Sarà rafforzato anche il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale per il contrasto all'immigrazione. Al muro con il Messico, i cui costi sono stati preventivati in 20 miliardi di dollari, è destinata solo una piccola percentuale della spesa. Il costo complessivo sarà distribuito nell'arco di una decina di anni, salvo che venga trovato il modo di farlo pagare direttamente al Messico.

Ad essere penalizzati sono i piani assistenziali di Obama relativi al sostegno sociale, anche dal punto di vista dell'assicurazione medica, agli americani che benestanti non sono.

Anche la salvaguardia dell'ambiente e gli aiuti internazionali avranno dei tagli drastici rispetto ai precedenti bilanci. Trump, infatti, ha chiesto di tagliare del 31 per cento, per 2,6 miliardi di dollari, il budget destinato all'EPA, l'Agenzia per la protezine dell'Ambiente. Anche il Dipartimento di Stato avrà una diminuzione di fondi di quasi 11 miliardi che ricadranno sulle politiche di aiuto agli Stati Esteri, sui finanziamenti alla Banca Mondiale e al supporto sulle politiche di contrasto al cambiamento climatico portate avanti dall'ONU.

Significativo, quindi, l'assist di Trump per un nuovo espansionismo delle politiche energetiche legate a idrocarburi e carbone, senza dimenticare il minor controllo sull'inquinamento causato dai mezzi di trasporto. Anche i programmi locali per la salvaguardia e la bonifica dei Grandi Laghi e della Baia di Chesapeake verranno mesi nel dimenticatoio.

Non vanno poi neppure dimenticati i tagli all'istruzione e quelli ai piani anti povertà con gli aiuti, ad esempio, per pagare le bollette o per trovare lavoro. Infine, Trump non si è neppure dimenticato dei suoi elettori nel mid-west, dedicando pure a loro un programma di tagli a prestiti e sovvenzioni che partono da una riduzione al budget del Dipartimento dell'Agricoltura.

Anche se questo è un primo abbozzo di quello che sarà il piano che verrà approvato dal Congresso, sono evidenti le contraddizioni politiche di Donald Trump. Il suo Prima l'America che dovrebbe mettere al centro gl interessi dei cittadini americani, specialmente quelli colpiti dalle politiche della globalizzazione, vede ridurre la spesa sociale proprio a coloro che Trump aveva giurato di voler aiutare, in favore di una minore protezione dell'ambiente in cui queste persone vivono, con il solo scopo di fare dei regali all'industria che potrà aumentare i propri profitti senza doversi preoccupare di inquinare o meno o aumentare la temperatura del globo...

Inoltre, queste nuove decisioni avranno come conseguenza delle ricadute sulle condizioni di salute di coloro che con le nuove decisioni di Trump non avranno neppure un aiuto per il supporto alle spese sanitarie. 

Autore Ugo Longhi
Categoria Esteri
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