Il prossimo novembre, Israele andrà nuovamente a votare per le politiche per la quinta volta in quattro anni, dopo che l'eterogenea coalizione di otto forze politiche è implosa (ufficialmente) la scorsa settimana.
Il primo ministro Naftali Bennett, dopo l'ufficializzazione della fine della legislatura avvenuta giovedì con il voto di sfiducia alla Knesset, ha lasciato la guida del Paese a Yair Lapid che resterà in carica per i prossimi quattro mesi, nella speranza che poi il prossimo Parlamento abbia i numeri per dar vita ad un nuovo governo. Da notare che Bennett non si presenterà alle elezioni.
Yair Lapid, oltre ad affrontare il problema prezzi, anche in Israele l'inflazione è alle stelle, e quello legato allo sviluppo del nucleare in Iran, dovrà anche affrontare i problemi politici legati all'opposizione di cui Netanyahu, nonostante tutto, continua ad essere il principale rappresentante, oltre che - almeno in questo momento - il probabile vincitore delle prossime politiche.
Il "nonostante tutto" è motivato dal fatto che il leader del Likud è ancora alle prese con un processo che lo vede imputato in diversi casi di corruzione.
Lapid è entrato in carica come primo ministro alla mezzanotte tra giovedì e venerdì, diventando il quattordicesimo premier nella storia di Israele e ricevendo, nelle ore successive, le congratulazioni del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che è atteso in Israele tra meno di due settimane.