Davide Faraone, senatore e capogruppo del Partito Democratico alla commissione Vigilanza Rai e alla commissione Sanità è, anzi era, il plenipotenziario Pd nella regione Sicilia. A coloro a cui Faraone non è noto, è sufficiente ricordare che è l'autore del "Ciaone" social ai promotori del referendum sulle trivelle, a commento della sua bocciatura.

Faraone, inoltre, è da sempre un renziano doc, uno dei fedelissimi dell'attuale senatore semplice fiorentino.

Perché tanto interesse nei suoi confronti?

Perché nel giorno del suo compleanno, Faraone è nato il 19 luglio, come regalo la Commissione nazionale di garanzia del Pd ne ha annullato l'elezione a guida del partito in Sicilia, accogliendo il ricorso dei rappresentanti della mozione Zingaretti, che a capo della Sicilia avevano indicato Teresa Piccione.

Pertanto, Davide Faraone non è più segretario regionale del Partito democratico che in Sicilia verrà adesso guidato da un commissario indicato da Roma.

Ciò è nato dal fatto che l'elezione di Faraone, avvenuta lo scorso 13 dicembre, è stata tutto meno che trasparente. Faraone era stato eletto d'ufficio, dopo essere rimasto l'unico candidato in corsa per l'abbandono della Piccione, che però aveva lasciato la gara accusando la commissione nazionale di garanzia di aver stravolto le regole, accettando il rinvio dei congressi provinciali e di circolo a dopo le primarie.


Naturalmente, i renziani sono scesi subito sul piede di guerra. Eccone di seguito alcune dichiarazioni.

La senatrice Valeria Sudano: "Chiedo a Zingaretti di non soffocare la pluralità del Pd e di far prevalere ai tecnicismi e alle correnti, la politica.

La decisione della commissione nazionale di garanzia di annullare l’elezione di Davide Faraone, decisa peraltro a maggioranza, e nel giorno del ricordo della strage di via D'’Amelio è una pagina buia di un partito che, invece di marciare unito contro i populisti, colpisce alle spalle chi, come Davide Faraone, da mesi ha riportato in strada e tra la gente il Pd.

Mi auguro che il segretario nazionale voglia intervenire e ristabilire le regole di convivenza democratica dentro il partito, facendo rispettare anche le minoranze, senza permettere che i suoi possano applicare punizioni a chi appartiene ad un’altra corrente".


Andrea Marcucci, capogruppo dem al Senato: "La decisione di annullare le elezione del segretario regionale del Pd siciliano Davide Faraone è di una gravità senza precedenti. Il diktat della commissione di garanzia è dettato da sole ragioni di corrente".


Soddisfazione, invece, dai coordinatori di Zingaretti in Sicilia, Teresa Piccione, Angelo Villari e Renzo Bufalino:

"Il congresso del Pd siciliano è stato annullato: la commissione di garanzia nazionale riconosce quanto da noi evidenziato nei vari ricorsi presentati durante la fase congressuale e ripristina il campo democratico.

Adesso si apre una nuova fase per la costruzione del nuovo Pd anche in Sicilia, una fase di confronto plurale che permetta a iscritti ed elettori di partecipare alla Costituente delle idee lanciata da Nicola Zingaretti per ritrovare la forza di una proposta alternativa in grado di cambiare la Sicilia e il Paese".


Quanto accaduto è un ulteriore passo che conferma la linea scelta da Zingaretti nel rivoluzionare il Pd, eliminando da esso, un po' alla volta e con il minor clamore possibile, tutte le scorie renziane che lo avevano trasformato in una sorta di comitato d'affari politico economico che poco o nulla lasciava spazio alla rappresentanza, dando soprattutto priorità agli accordi sottobanco tra partiti e potentati.