"Napoli torna finalmente protagonista sullo scenario politico nazionale. Adesso possiamo partire tutti insieme per costruire la città del futuro. Un grande sforzo che deve mettere in campo le migliori energie della città. Ognuno deve fare la sua parte e io farò la mia".
Questo il commento con cui Gaetano Manfredi, docente, ricercatore, ingegnere, già Rettore dell'Università Federico II di Napoli, presidente della CRUI e ministro dell'Università e della Ricerca nel governo giallorosso guidato da Giuseppe Conte, ha accettato la candidatura a sindaco di Napoli alle prossime amministrative, con il sostegno di PD, 5 Stelle e LeU.
È la prima alleanza elettorale di rilievo tra 5 Stelle e sinistra. Un fatto non da poco che potrà fare da test anche per le future elezioni politiche. Inoltre, può essere ripetuto anche per altri grandi città in cui ad autunno si voterà per rinnovare i consigli comunali.
Enrico Letta, segretario PD, saluta l'intesa con poche parole:
"Oggi 27 maggio 2021 una giornata importante per #Napoli. Gaetano #Manfredi farà vincere la sua visione e la sua esperienza. Sarà un grande Sindaco".
Invece, il capo in pectore del rinnovando M5S, ringrazia Manfredi con un lungo post sul suo account Facebook, definendo l'alleanza a sostegno della candidatura in questi termini:
"... Questo patto non è una mediazione al ribasso, non è un compromesso. È la convinzione di aver imboccato la strada giusta, è la dimostrazione che ciò che serve non è cedere a frettolose soluzioni e fusioni a freddo ma partire dall’analisi dei problemi e da qui trovare il ventaglio delle soluzioni per risolverli.Muoviamo questo passo senza paura, con determinazione: per prendere di petto questa sfida, con realismo e concretezza. Quello stesso realismo dimostrato da Gaetano Manfredi, che fin da subito si è detto pronto a lavorare per Napoli se fosse stato posto nella condizione di incidere sulla vita dei suoi concittadini e di trasformare le loro voci in capitoli di programma. E così sarà. ...Investendo su Napoli, esaltandola, rendendola pienamente una città europea, seppur conservando le sue straordinarie tipicità culturali, si rende un servizio all’Italia intera. E non soltanto per ragioni simboliche, pur validissime, di vicinanza tra Nord e Sud, di bene comune, di unità nazionale. L’investimento su Napoli è un investimento per il Paese poiché rappresenta il punto di partenza, concretamente sperimentale, di una inversione di rotta applicabile a tutte le città – grandi, medie o piccole - in difficoltà. Se riparte Napoli, riparte l’Italia dei Comuni".
Una notizia che acquista un rilievo politico non di poco conto, considerando che gli estremisti di destra con il supporto di Forza Italia non hanno ancora trovato l'accordo sui nomi per "spartirsi" le candidature sul territorio alle prossime amministrative... a parte forse quella di Roma, dove come sindaco della capitale sarà proposto il tribuno via etere, Enrico Michetti, in quota Fratelli d'Italia, che ha come principale merito quello di aver rivalutato il saluto romano come sostituto della stretta di mano in tempo di Covid. E a chi, per tale motivo, lo volesse etichettare come fascista, questa è la risposta che riceverebbe da lui:
"Se per qualcuno per cui la storia inizia nel 1917 con la Rivoluzione russa quel gesto è rievocativo del fascismo e del nazismo è un problema suo".