Esteri

Israele si scaglia contro la Russia, non per la guerra in Ucraina ma per le dichiarazioni di Lavrov

Domenica sera, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, è comparso su Rete4 per diffondere la propaganda a supporto dell'invasione in Ucraina in quella che doveva essere un'intervista da parte del "giornalista" Giuseppe Brindisi, all'interno della trasmissione Zona Bianca.

Se qualcuno ha mai potuto assistere ad una intervista realizzata da un giornalista della BBC a personaggi come Lavrov, avrà potuto registrare frequenti interruzioni dove il giornalista della tv pubblica britannica avrebbe chiesto chiarimenti su passaggi ritenuti controversi... non per far dire all'ospite l'esatto contrario di ciò che aveva appena dichiarato, quanto per sottolineare che la versione o l'interpretazione di un fatto che era stata appena fornita non era univoca, in base a quanto altre fonti avevano riportato.

In pratica viene fatto quello che anche i giornalisti in Italia definiscono intermediazione, per garantire a chi cerca di essere informato una corretta valutazione di ciò che gli viene detto.

L'intermediazione del "giornalista" Mediaset, Giuseppe Brindisi, ieri sera era rappresentata dal continuo e ripetuto movimento della testa dall'alto verso il basso e viceversa... con cui annuiva alle parole di Lavrov. Evidentemente, era d'accordo con la propaganda, in stile comizio, che veniva diffusa dal ministro degli Esteri russo.

Nulla quaestio... ognuno può avere le opinioni che desidera... a partire da Giuseppe Brindisi.

Il problema, però, è che tra le tante dichiarazioni di Lavrov vi è stata anche quella in cui il ministro russo affermava che anche Hitler aveva origini ebree, per dimostrare che il presidente ucraino Zelensky, nonostante sia ebreo, sia pure un nazista... secondo la retorica a supporto della propaganda di Mosca.

Se la dichiarazione è passata quasi inosservata in Italia, non è stato così in Israele, che ha sollevato al riguardo un caso diplomatico, con il ministro degli Esteri di Tel Aviv, Yair Lapid, che questo lunedì si è scagliato contro Lavrov per aver detto che Hitler "aveva sangue ebraico", a dimostrazione della teoria che gli ebrei sarebbero tra i peggiori antisemiti.

"Questo è un commento imperdonabile e scandaloso, un terribile errore storico e ci aspettiamo delle scuse", ha detto Lapid. "Gli ebrei non si sono uccisi nell'Olocausto. La forma più bassa di razzismo contro gli ebrei è incolpare gli ebrei stessi per l'antisemitismo".

Tutto ciò fa riferimento a ipotesi etichettate come cospirazioniste secondo cui Adolf Hitler aveva una discendenza ebraica che avrebbe motivato il suo antisemitismo e l'uccisione di sei milioni di ebrei.

La protesta di Lapid fa seguito ad un mare di dichiarazioni indignate, da parte del mondo ebraico, che si sono susseguite dopo l'intervista di Lavrov.

L'aspetto più paradossale di tutta la vicenda è che Israele, in relazione alla guerra in Ucraina, non ha preso posizione, mantenendo relazioni con entrambi i Paesi. All'Ucraina ha fornito del materiale umanitario e ultimamente elmetti e giubbotti anti-proiettile, mentre con Mosca ha continuato a mantenere le stesse relazioni mantenute in precedenza, con qualche raccomandazione alle proprie aziende di trovare scappatoie per continuare a fare affari con le aziende russe, per evitare di non danneggiare i rapporti con gli Stati Uniti. Pare, inoltre, che Israele sia diventato anche un porto sicuro per i patrimoni di alcuni oligarchi ebrei con doppia cittadinanza.

Una scelta, quella di Israele, spiegata con un do ut des che avrebbe come merce di scambio il via libera di Mosca all'intervento delle forze armate israeliane in Siria contro basi militari controllate dall'Iran.

Che cosa dimostra questa vicenda? Che Israele, al di là delle dichiarazioni di facciata, fa sempre ed esclusivamente il proprio interesse, chiedendo però solidarietà quando lo ritiene conveniente, ma senza ripagare quanto ricevuto quando la solidarietà sono altri a chiederla. Gli ebrei non cittadini israeliani hanno giustificato la scelta di equidistanza dello Stato ebraico, spiegando che Israele è un piccolo Stato e che non può comportarsi diversamente. Però, se ad essere ritenuti lesi sono gli interessi dello Stato ebraico, in questo caso le stesse radici ebraiche, allora Israele non è più un piccolo Stato e la voce grossa inizia a farla anche contro la Russia.

E c'è qualcuno che ancora ritiene che Israele sia un alleato dell'occidente.

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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