Per soddisfare le richieste della Lega che, a sua volta, doveva dar seguito a quanto veniva suggerito dalla base elettorale delle regioni del profondo nord, venerdì le commissioni Finanze e Lavoro della Camera, in relazione alle modifiche da apporre al decreto dignità, hanno reintrodotto l'utilizzo dei voucher nei settori dell'agricoltura e del turismo.

Una norma in contraddizione con lo spirito del decreto. Mentre da una parte Di Maio dice di voler diminuire il lavoro precario, dall'altra reintroduce dalla finestra ciò che aveva fatto uscire dalla porta.

Come già i sindacati avevano ricordato nei giorni scorsi, nel turismo e nell’agricoltura esistono già le forme contrattuali che possono rispondere alle esigenze di flessibilità delle imprese in relazione, soprattutto, al problema della stagionalità.

Nonostante ormai debba esser noto a tutti che l'aumento del numero di posti di lavoro non corrisponda alla risoluzione della crisi, poiché il numero di ore lavorate è ancora basso, e che per questo la dignità del lavoro - stabilita contrattualmente - contribuirebbe anche a migliorare tutele e reddito, chi opera nelle istituzioni non lo capisce o fa finta di non capirlo.

Se la reintroduzione dei voucher viene spacciata come uno strumento per favorire il lavoro e i lavoratori, nella realtà è l'esatto contrario.

Facendo ricorso all'autocertificazione, le imprese potranno venir meno da ogni responsabilità, con il risultato che i lavoratori potranno essere pagati per tre mesi di lavoro con i voucher, ma di fatto verranno loro negati diritti come la disoccupazione, la maternità e la malattia.

Considerando che il 90% del lavoro in agricoltura è stagionale e che questo verrà pagato in gran parte con i voucher, è piuttosto complicato capire dove stia la dignità pubblicizzata dal ministro Di Maio nel suo decreto.

Infatti, è lo stesso Di Maio a dire che con il suo decreto "si passa da una situazione in cui un’azienda poteva assumere tutti i lavoratori con contratti precari ad una in cui il contratto stabile sarà quello maggiormente utilizzato".

Ma se la stabilità del posto di lavoro è la finalità del decreto, perché allora reintrodurre i voucher?