Mercoledì pomeriggio, a dar sostegno alle dichiarazioni rese dalla ministra Santanchè "sui fatti connessi a un servizio giornalistico televisivo e successivi articoli di stampa" nell'aula del Senato, c'era mezzo governo, undici ministri e alcuni sottosegretari.

Che cosa ha detto la ministra del Turismo in circa tre quarti d'ora di autoesaltazione di se stessa?

E che cosa volevate che dicesse? Che lei non ha fatto nulla di sbagliato, che qualsiasi cosa negativa le sia stata attribuita è una menzogna e/o una montatura, che ha risolto qualsiasi posizione debitoria avesse avuto in passato, che lei non ha nulla di cui rimproverarsi, ecc. Pertanto, inutile chiederne le dimissioni. 

Questi alcuni passaggi del suo intervento:

"Sono stata oggetto di una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti. Stamattina è accaduto qualcosa che va veramente oltre la mia immaginazione che dovrebbe allarmare tutti senza alcuna distinzione di partito. Non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia, ho chiesto per scrupolo ai miei avvocati di verificare che mi hanno confermato quanto detto. ...Sono arrivata nel settore dell'editoria appena prima che iniziasse la crisi della carta stampata. Poi il covid. Molti imprenditori hanno lottato per tenere in piedi le aziende così come ho fatto io. Io credo nelle cose nelle cose che faccio non mi sono mai nascosta e ho messo in gioco l'intero mio patrimonio personale. Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartenesse e che non ho mai abusato delle mie posizioni. Sono qui per difendere il mio onore. ...Vi assicuro che il mio progetto di ristrutturazione è molto più virtuoso di altre aziende nelle stesse condizioni. ...Per quel che riguarda il mio gruppo che con orgoglio ho portato avanti quello che posso dire è che per 30 anni nessuno mi ha accusato di alcunché. Non ho mai avuto favoritismo nè mai li ho cercati. ...Non ho mai avuto il controllo nelle imprese dell'alimentare e biologico. Ho svolto attività di impresa nel mondo della pubblicità, dell'intrattenimento e dell'editoria. La mia partecipazione a Ki group non ha mai superato il 5%. Nel 2010 il gruppo del settore biologico è stata presa non da me ma dal padre di mio figlio con cui non avevo più alcun legame. ...Oggi più che dare risposte sono io che dovrei chiederne. Ma è normale che un ministro della Repubblica legga che, secondo un giornale, sarebbe indagato. È un Paese normale quello in cui un giornalista può scrivere cose secretate e ignote alla diretta interessata? Chiuderemo entrambi gli occhi su questa pratica? Se non fosse per il rispetto che porto per quest'aula chiuderei io qui il mio intervento. ...Il Domani afferma con dovizia di particolare che sarei indagata, snocciolando informazioni e dati senza pubblicare alcuna fonte. O questo giornale mente scegliendo proprio questo giorno, per colpire un ministro del governo, oppure Il Domani ha notizie che io non ho e che nessuno dovrebbe avere, ipotesi ancora più grave della prima. Chiedo di reagire a questa pratica che oggi tocca a me, ma che domani potrebbe toccare ad altri. ...Per quanto invece riguarda l'addebito che è stato mosso alla mia persona per la vicenda del comparto Ki Group, ribadisco che non ho mai avuto poteri e soprattutto che, fino a quando ho ricoperto, senza deleghe, la carica di presidente di Ki Group, la società era in ottima salute.Gli appunti mossi a tale società negli anni 2022-23, veri o falsi, esulano da ogni mio possibile intervento, essendo già uscita da tutto, da ogni organo, e avendo mantenuto - questo sì - il 5 per cento della partecipazione.Per quanto riguarda Visibilia, fermo restando che mentre «Domani», ripreso stamattina da «la Repubblica» online, assumeva il contrario, non sono raggiunta ad ora da alcun avviso di reato e men che meno da alcun rinvio a giudizio, che - quello sì - consentirebbe di muovere critiche politiche al mio operato prima di un giudizio definitivo.Preciso che le quattro società di pubblicità ed editoria, in crisi come tutto il settore, sono state oggetto - come vi ho detto - della procura di Milano. L'istanza è stata poi ritirata dalla procura stessa per due delle quattro società; per la terza ho già verificato le condizioni per il ritiro, mentre per la quarta - per la quale conto di ottenere lo stesso provvedimento - vi comunico che l'iter è vicino alla conclusione". ...

Soddisfattissimi i gruppi della maggioranza, meno soddisfatti quelli delle opposizioni che a più riprese ne hanno chiesto le dimissioni.

Così il senatore Borghi, neo acquisto di Italia Viva con accanto un taciturno Renzi (direttore de Il Riformista, quotidiano che si affida alla società della Santanché per la raccolta pubblicitaria), che dopo aver ricordato alla ministra e alla maggioranza le occasioni in cui hanno chiesto le dimissioni di altri parlamentari in precedenti occasioni, ha concluso così:

"Partendo da questa vicenda vorrei rivolgere due domande ai colleghi dell'Assemblea. Partendo anche da questa situazione, vogliamo sottrarci dal ruolo intercambiabile del gioco delle parti, che ci porta ad essere garantisti quando governiamo e giustizialisti quando siamo l'opposizione? Noi sì, ci vogliamo sottrarre da questo gioco. Vogliamo emanciparci dalle caratteristiche di questa Seconda Repubblica, che ha trasformato i parlamentari, da attori della politica, a novelle tricoteuse intente ad assistere dalla prima fila alla decapitazione del politico di turno, in omaggio ad un giacobinismo sfrenato. Noi sì, ci vogliamo sottrarre. Per questo, proprio perché non ci iscriviamo ad una logica faziosa, signora Ministro, noi accogliamo il dato politico di oggi, quello emerso dalle parole che lei ha pronunciato qui, davanti al Parlamento e al Paese. Noi, infatti, distinguiamo tra la responsabilità politica e le vicende giudiziarie, anche se lei ci ha tenuto a rimarcare che ad ora non ha avuto dei procedimenti di natura giudiziaria. Qui però siamo a fare politica, quindi noi non chiediamo a voi le dimissioni come voi le avete chieste a noi. Noi oggi diciamo che ogni valutazione sul prosieguo della sua esperienza ministeriale è nelle sue mani e nelle mani del Presidente del Consiglio, che si assume la responsabilità politica e se c'è dell'altro, e può saperlo solo lei, tragga le naturali e necessarie conclusioni perché la valutazione del tutto politica di questa vicenda e di questa decisione è tutta nelle sue mani".

Così Patuanelli, del Movimento 5 Stelle:

"Lei ha descritto, Ministra, una sua storia imprenditoriale vista dal suo cono d'osservazione. Leggendo bilanci di società, possiamo dire invece che forse è una storia un po' atipica, che lascia comunque una scia di debiti. Abbiamo ascoltato la sua esposizione, scritta probabilmente assieme ai suoi avvocati. Però, vede, lei si dichiara estranea su molti fronti. Ha citato il caso di Ki Group, dicendo che per tutto il 2022 lei non aveva nulla a che fare. Però carta canta, e la carta è quella pubblicata sul sito del Senato. Faccio un breve ripasso. Dal 2018 e fino certamente al 10 ottobre 2022, oltre a numerose partecipazioni societarie, nella dichiarazione che si rende al momento delle elezioni e che lei conferma di anno in anno ha dichiarato di essere amministratore unico di Visibilia, Biofood, Immobiliare Dani, D1 Partecipazioni, amministratore delegato di Visibilia Editore, presidente del consiglio di amministrazione di Bioera, che lei non ha citato nella sua relazione, e presidente del consiglio di amministrazione di Ki Group. Lei lo conferma fino al 10 ottobre: sta scritto agli atti del Senato. Quindi, evidentemente, anche nel 2022 era presidente di quel gruppo. Ora lei ci dice che ciò non è vero. Dunque quanto ha affermato nella dichiarazione pubblicata sul sito del Senato è falso; però quella è una dichiarazione che si fa ope legis. ...... tra il 2020 e il 2021 alla Ki Group sono stati concessi 1.380.000 euro di garanzia dello Stato (lo Stato siamo noi, sono i nostri soldi), tramite Invitalia 2.700.000 euro di prestito garantito, 600.000 euro di credito d'imposta dall'Agenzia delle entrate, 740.000 euro di garanzie a Visibilia concessionaria e ha preso pure 2.000 euro a fondo perduto, che non mi sembra un valore particolarmente eccessivo, visto il suo tenore di vita. A questo quadro si aggiunge anche la cassa integrazione in deroga durante la pandemia, quella che lei diceva di dover anticipare ai suoi dipendenti, perché il Governo Conte non era in grado di erogarla, di cui però anche le sue imprese hanno beneficiato, anche se sembra che non tutti i suoi dipendenti ne fossero a conoscenza. Mentre lei in TV si sgolava tutti i giorni per attaccare il secondo Governo Conte, le sue società sfruttavano lecitamente, fino all'ultimo centesimo, ogni contributo pubblico, pagato anche dalle tasse dei dipendenti e di chi oggi ancora aspetta il TFR. A proposito, lei li ha citati poco, ma oggi ad assistere ai lavori dell'Assemblea ci sono delle persone: Ennio, Luca, Raffaella, Maria, Milena e Monica. Non so se le riconosce, ma sono suoi ex dipendenti, ai quali va il nostro applauso.  ...La presidente Meloni, come è stato detto, in passato, anche se a corrente alternata, ha chiesto le dimissioni di alcuni Ministri per molto, molto meno. Lei oggi non ha convinto l'Assemblea, non ha convinto certamente noi e comunico che abbiamo da pochi minuti presentato, ai sensi dell'articolo 161 del Regolamento del Senato, una mozione di sfiducia nei suoi confronti". 

Infine, Misiani del Partito Democratico:

"Chiederemo al ministro Calderone dei lavoratori licenziati e rimasti senza stipendio e senza TFR. Chiederemo al ministro Urso delle ditte non pagate e messe in difficoltà. E chiederemo al ministro Giorgetti che fine hanno fatto i 2,7 milioni euro di soldi pubblici, di un prestito Invitalia, che non sono stati restituiti: perché questo è quello che emerge da quanto abbiamo letto negli organi di informazione. ...Non abbiamo avuto risposta sul prestito da 2,7 milioni di euro, se sia stato restituito o meno, nonostante la richiesta del maggio del 2022. I temi di Visibilia: abbiamo letto di una consulenza depositata alla procura di Milano che parla di gravi irregolarità che avrebbero arrecato danni ad azionisti e società e al corretto funzionamento del mercato. ...Può un Governo che il 1° maggio ha sbandierato l'approvazione di un decreto lavoro avere al suo interno una Ministra che ha guidato un'azienda che non ha pagato i suoi dipendenti?. Può un Ministro che ha giurato di adempiere alla funzione pubblica che gli è stata affidata con disciplina e onore rimanere al suo posto di fronte a questa sequenza di fatti? Secondo noi no, non può rimanere al suo posto".

La ministra Daniela Santanchè rimarrà al suo posto? Certamente... ali la mano chi avesse creduto diversamente!