Se i fatti riportati nei vangeli siano una verità storica o meno è un quesito che ha tenuto occupati molti studiosi. Pochi e incerti i riscontri disponibili in altre fonti. Certo, il grado di attendibilità sarebbe senz'altro maggiore, se almeno i vangeli concordassero fra loro nell'esporre i fatti. In realtà non è così. Le differenze sono molte e spesso difficilmente conciliabili fra loro.

Trovandoci in periodo natalizio, prendiamo in considerazione l'episodio della nascita di Cristo, come ci viene raccontato nei vangeli di Matteo e Luca. Gli altri due vangeli non se ne occupano: Marco e Giovanni iniziano con un Gesù già adulto. Prima, però, riassumiamo gli eventi come sono entrati nella tradizione popolare, che è, poi, il modo in cui vengono rappresentati nell'allestimento del presepe.

 

La natività nella tradizione popolare

Per la stragrande maggioranza dei cristiani, ed in particolare dei cattolici poco adusi ad una lettura in prima persona della Bibbia, il racconto della natività inizia con il viaggio di Giuseppe e Maria, ormai prossima a partorire, da Nazareth, dove abitavano, a Betlemme, dove nascerà Gesù. Il motivo dello spostamento è il censimento voluto dall'imperatore Augusto. Giuseppe, appartenente alla stirpe di Davide, deve essere censito nella città dove questi era nato, appunto Betlemme.

Una volta giunti a destinazione, non trovando ospitalità in alcuna locanda, Maria si vede costretta a partorire in una stalla e a deporre il bambino in una mangiatoia. Dei pastori, che pascolano i loro greggi nelle vicinanze, avvisati da un angelo vanno a rendere omaggio al nuovo nato.

Nel frattempo, tre magi, partiti dall'oriente al seguito di una stella che ha loro indicato la via da seguire, giungono alla corte di Erode, al quale raccontano il motivo del loro viaggio. Ricomparsa la stella si rimettono in cammino, non senza essere stati invitati da Erode a fermarsi nuovamente sulla via del ritorno, per indicargli dove avevano trovato colui che avrebbe potuto mettere in pericolo il suo regno, diventando il nuovo re di Israele.

I magi giungono alla capanna, individuata grazie alla stella, lasciano i loro doni e riprendono la via di casa, senza passare, però, da Erode come un angelo aveva loro consigliato. Erode, sentitosi ingannato, decide di risolvere il problema in maniera radicale e dà ordine ai suoi soldati di uccidere tutti i bambini di Betlemme, che abbiano meno di due anni.

Sempre grazie ad un Angelo che lo avvisa, Giuseppe prende Maria e il bambino e fugge in Egitto, da dove alla morte di Erode ritornerà nella sua casa di Nazareth, il luogo in cui Gesù trascorrerà l'infanzia e l'adolescenza, prima di iniziare la vita pubblica.

Bene, questa è la storia della nascita di Cristo come si è radicata nella tradizione. Peccato che questo racconto non trovi riscontro in nessuno dei vangeli. E' una commistione di elementi presi ora dal vangelo di Matteo, ora da quello di Luca, e fatti forzatamente coesistere, finendo per creare quello che potremmo definire una sorta di quinto vangelo. E' certo, comunque, che nessuno dei due evangelisti ci si potrebbe mai riconoscere. Vediamo, allora, quali sono le versioni, molto diverse fra loro, che Matteo e Luca ci hanno tramandato.

 

 

La nascita di Gesù secondo Matteo 

Qui non abbiamo né stalla né mangiatoia. A Betlemme Giuseppe e Maria ci abitano, lì hanno la loro casa e non vi si trasferiscono a seguito di un censimento, che in Matteo non viene mai citato. Nessuna traccia nemmeno dei pastori, che del resto in un contesto "urbano", Betlemme, sarebbero del tutto fuori luogo.

E' Matteo, solo lui, a raccontarci la venuta dei magi, la strage di Erode e la fuga in Egitto, ma i tempi in cui tutto questo si svolge, non sono quelli della tradizione. La "sacra famiglia" continua a vivere nella sua casa di Betlemme anche dopo la nascita del bambino e i magi arrivano molto tempo dopo, un anno, forse quasi due. Altrimenti, non si spiegherebbe il fatto che Erode abbia ordinato l'uccisione di tutti i bambini nati nei due anni precedenti, come scrive l'evangelista.

Morto Erode, Giuseppe decide di rientrare dall'Egitto, dove è andato per sfuggire alla strage degli innocenti, e di tornare nella sua casa di Betlemme in Giudea. Ma un angelo lo mette in guardia dal nuovo re Archelao, succeduto al padre. A quel punto la meta cambia e, anziché Betlemme, diventa Nazareth, in Galilea.

Quindi, per Matteo nessun censimento, nessuna mangiatoia e niente pastori, e la città in cui risiedono originariamente Giuseppe e Maria è Betlemme, non Nazareth, dove andranno ad abitare solo successivamente. E i magi non arrivano poco dopo la nascita di Gesù, ma molto più tardi.

 

… e quella secondo Luca

Per Luca, Giuseppe e Maria, prima delle nozze, abitano a Nazareth. A Betlemme devono recarsi a seguito del censimento indetto da Cesare Augusto, al tempo in cui Quirino era governatore della Siria, perché era obbligatorio farsi registrare "ciascuno nella sua città". In questo caso, essendo Giuseppe della stirpe di Davide, si doveva registrare nella città di Davide, appunto Betlemme.

A Luca dobbiamo la storia della mangiatoia e dell'adorazione dei pastori, ma niente magi, niente strage degli innocenti, nessuna fuga in Egitto. Tutto si svolge, molto più tranquillamente, con Gesù che viene circonciso dopo gli otto giorni prescritti e, poi, presentato al tempio per essere consacrato al Signore, come vuole la legge di Mosè. E, infine, si torna a Nazareth, dove Gesù trascorrerà una "vita nascosta", fatta eccezione per la comparsa in mezzo ai dottori del tempio di Gerusalemme, all'età di dodici anni.

 

 

Conclusioni

Si tratta, dunque, di due versioni completamente differenti. Farle coesistere, mantenendosi aderenti al testo, è molto difficile, se non impossibile. Volendo forzare la mano, si potrebbe ipotizzare che i fatti si siano svolti in una prima fase come ci racconta Luca e, una volta fatto ritorno a Nazareth, Giuseppe abbia deciso dopo più di un anno di trasferirsi, per qualche imprecisato motivo, a Betlemme, dove avrebbe ricevuto la visita dei magi, per poi fuggire in Egitto e da lì tornare di nuovo a Nazareth. Ma sarebbe una storia del tutto diversa da quella che Matteo e Luca hanno inteso tramandarci.

Eppure, i vangeli sono stati scritti nel primo secolo, da persone che Gesù l'avevano conosciuto direttamente, come Matteo, oppure avevano avuto contatti con gli apostoli, come nel caso di Luca. Non sarebbe stato troppo difficile sapere come erano andate davvero le cose e scriverne di conseguenza.

Se ne deduce che la verità storica e l'aderenza ai fatti non erano la preoccupazione principale degli estensori dei vangeli. Del resto, Matteo sembra quasi riconoscerlo implicitamente, quando scrive che la stella che guida i magi si ferma sopra una casa, per indicare che è lì che è nato il Signore. Difficile pensare che questo possa accadere nella realtà. Anche l'evangelista sapeva bene che un evento come questo può trovare posto solo in un racconto di fantasia.

Sul versante di Luca, ci sono poi grosse inattendibilità storiche. Un censimento voluto dall'imperatore Augusto non lo ritroviamo in nessuna altra fonte. La cosa è molto strana, soprattutto se le modalità con cui si è svolto sono quelle descritte nel vangelo. Un censimento di tutto l'impero romano, in cui si era costretti a farsi registrare nelle città dei propri antenati, avrebbe comportato vere e proprie migrazioni di milioni di persone, con problemi logistici quasi insormontabili. Un fatto che non sarebbe mai passato sotto silenzio.

Tutto questo, ci dice Luca, sarebbe avvenuto ai tempi di Erode e quando Quirino era governatore della Siria. Effettivamente, un Quirino governatore della Siria lo ritroviamo anche in Tacito. Purtroppo, però, governatore della Siria lo sarebbe diventato solo dopo dieci anni dalla morte di Erode.

Quello della nascita non è il solo episodio narrato in modo diverso. I vangeli ne sono pieni. E' facile rendersene conto. Anziché leggere i vangeli tutti di seguito, uno dopo l'altro, provate a leggere gli episodi comuni a due o più evangelisti in parallelo, confrontandoli fra loro. Avrete delle grosse sorprese.