Politica

Giorgia Meloni e i ragazzi di Buda e di Pest


«Il 23 ottobre ricorre l'anniversario della rivolta del popolo ungherese contro la dittatura comunista. In migliaia tra studenti e lavoratori decisero di scendere in strada sfidando i carri armati dell'Unione Sovietica. Da quella rivoluzione nacque successivamente la bellissima canzone “Avanti ragazzi di Buda”, scritta dal maestro Pier Francesco Pingitore, che ancora oggi è di simbolo di coraggio, libertà e democrazia. Avanti ragazzi di Buda, Avanti ragazzi di Pest...»

Così, sinteticamente, l'onorevole Meloni ha riassunto i fatti d'Ungheria del '56 e l'onorificenza assegnata al fondatore del Bagaglino, Pier Francesco Pingitore, da parte dell'Ungheria: la Croce di Ufficiale dell'Ordine al Merito d'Ungheria, la più alta onorificenza del paese. Pingitore è stato insignito di tanto riconoscimento dallo stesso ambasciatore ungherese a Roma, Kovàcs Adàm, in una cerimonia che si è celebrata il 22 ottobre. 

"Avanti ragazzi di Buda è un inno identitario che negli anni è uscito dai confini del mondo culturale della destra italiana per diventare popolarissimo anche in Ungheria. La celebre canzone anticomunista viene anche insegnata e cantata nelle scuole magiare", come ci ricorda il Primato nazionale, organo di stampa di Casa Pound, partito politico di ispirazione fascista.

I fatti d'Ungheria costituirono il primo episodio a causare più di un tentennamento nel PCI che sposò la linea dell'Urss, mentre la CGIL di Di Vittorio si schierò dalla parte degli studenti ungheresi, perché la loro insurrezione non era nata per ripristinare la dittatura fascista, quanto per chiedere diritti e libertà.

Oggi, paradossalmente e ironicamente, l'Ungheria dello pseudo dittatore Orban utilizza i fatti d'Ungheria in senso anticomunista, dimenticando di ricordare che quella protesta contro la dittatura comunista dell'Unione sovietica era nata, quasi spontaneamente, per chiedere quei diritti e quelle libertà che l'attuale regime ungherese ha soppresso e continua progressivamente a sopprimere.

Così, oggi, nell'Ungheria di Orban non esiste la libertà di stampa, il potere giudiziario è sotto il controllo del Governo e i diritti dei lavoratori sono ridotti a zero, come dimostra la legge di alcuni mesi fa che ha esteso in maniera quasi illimitata le ore di straordinario che possono essere richieste dalle aziende ai dipendenti, oltre a poter essere pagate addirittura dopo tre anni. 

E per l'onorevole Meloni, che si commuove per l'inno di Pingitore, Orban e le sue leggi sono un modello da seguire e che, c'è da credere, una volta al governo vorrebbe riproporre anche in Italia.

Ma è sicura che il sacrificio dei ragazzi di Buda e di Pest avesse come fine quello di sostituire il regime sovietico con un altro regime liberticida come quello di Orban? Personalmente ho molti dubbi in proposito.

Autore Egidio Marinozzi
Categoria Politica
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