San Giovanni Paolo II ovvero le citazioni a sproposito del cattolico nazionalista Matteo Salvini
«Oggi si ricorda e celebra San Giovanni Paolo II, un grande Papa e un uomo eccezionale, che ha cambiato il mondo e che rimarrà sempre nei nostri cuori. L'Europa o è cristiana o non è Europa.»
Così, a fine giornata, il sovranista Matto Salvini ricordava sui social il santo del giorno 22 ottobre.
L'ultimo servizio di Report sulla Lega, ha svelato come la svolta nazionalista, o sovranista che dir si voglia, di quel partito è stata supportata da movimenti di estrema destra americani e russi. Movimenti che alla base della loro ideologia mettono la fede cristiana come fondamento. Un cristianesimo, però, che si richiama a quello delle crociate, identitario ed esclusivo, del tutto opposto all'ecumenismo del Vaticano II.
Così Matteo Salvini, da fiero nordista fustigatore degli italiani residenti al di sotto della linea gotica, è diventato un nazionalista convinto, difensore senza se e senza ma di coloro che fino a pochi giorni prima auspicava venissero sommersi dalla lava del Vesuvio o da quella dell'Etna.
Ma dato che i nuovi sponsor sono anche fanatici del cristianesimo, quello ultra-tradizionalista che vuol negare qualsiasi diritto alle donne e agli omosessuali, che - se potesse - vorrebbe pure mandarli al rogo, ecco che Salvini ha dovuto adattarsi alle nuove regole anche in campo religioso e pertanto da convinto pagano (qualcuno ricorda il dio Po?), il povero Matteo è dovuto diventare pure un baciapile, anzi... un bacia rosari.
Così, appena vede un crocifisso Salvini si commuove, alza gli occhi al cielo, invoca il cuore immacolato di Maria e quando vede una chiesa non può fare a meno di fiondarsi al suo interno... addirittura - pare - cercando di mettersi anche la "pezzola" in testa come usava una volta per le donne (per questo è stato sconsigliato dal ripetere il tentativo). Ma d'altra parte, il povero Matteo di religione non ne capisce un fico secco e lui è costretto a ripetere e pubblicare ciò che gli dicono i suoi innumerevoli spin doctor e social media manager.
E quindi per ricordare il "buon papa" santo Giovanni Paolo II che secondo lui supportava la "vera fede di una volta", eccolo richiamare un brano del discorso pronunciato il novembre del 1982 in un viaggio apostolico in Spagna. Il problema, però è che, in quel brano, il santo Giampaolo diceva l'esatto contrario di quel che Salvini e i suoi consulenti vogliono far credere alle schiere poco preparate dei leghisti che lo osannano da mattina a sera.
“Ritrova te stessa. Sii te stessa”. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici. Torna a vivere dei valori autentici che hanno reso gloriosa la tua storia e benefica la tua presenza negli altri continenti. Ricostruisci la tua unità spirituale, in un clima di pieno rispetto verso le altre religioni e le genuine libertà. Rendi a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. Non inorgoglirti delle tue conquiste fino a dimenticare le loro possibili conseguenze negative; non deprimerti per la perdita quantitativa della tua grandezza nel mondo o per le crisi sociali e culturali che ti percorrono. Tu puoi essere ancora faro di civiltà e stimolo di progresso per il mondo. Gli altri continenti guardano a te e da te si attendono la risposta che san Giacomo diede a Cristo: “Lo posso”.Se l'Europa sarà una, e può esserlo con il dovuto rispetto per tutte le sue differenze, ivi comprese quelle dei diversi sistemi politici; se l'Europa tornerà a pensare, nella vita sociale, con il vigore che possiedono alcune affermazioni di principio come quelle contenute nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, nella Dichiarazione Europea dei Diritti dell'Uomo, nell'“Atto” finale della Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa; se l'Europa tornerà ad agire, nella vita più propriamente religiosa, con il dovuto riconoscimento e rispetto di Dio, nel quale si fonda ogni diritto e ogni giustizia; se l'Europa aprirà di nuovo le porte a Cristo e non avrà paura di aprire alla sua salvatrice potestà i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi della cultura, della civiltà, dello sviluppo (cf. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, I [1978), 35 ss), il suo futuro non rimarrà dominato dall'incertezza e dal timore, ma si aprirà ad una nuova stagione di vita, sia interna che esteriore, benefica e determinante per il mondo intero, sempre minacciato dalle nubi della guerra e dal possibile uragano dell'olocausto atomico.
In pratica, il papa polacco auspicava un modello, dal punto di vista sociale e politico - ovviamente all'interno della fede cattolica e vorrei vedere che così non fosse stato - del tutto opposto rispetto a quello che promuovono Salvini e, più in generale, i sovranisti, come spiega sempre Giovanni Paolo II nello stesso discorso pronunciato a Santiago de Compostela:
Dopo venti secoli di storia, nonostante i sanguinosi conflitti che hanno contrapposto tra loro i popoli d'Europa, e nonostante le crisi spirituali che hanno segnato la vita del Continente - fino a porre alla coscienza del nostro tempo gravi interrogativi sulle sorti del suo futuro - si deve ancora affermare che l'identità europea è incomprensibile senza il Cristianesimo, e che proprio in esso si ritrovano quelle radici comuni dalle quali è maturata la civiltà del vecchio continente, la sua cultura, il suo dinamismo, la sua operosità, la sua capacità di espansione costruttiva anche negli altri continenti; in una parola, tutto ciò che costituisce la sua gloria.E ancor oggi, l'anima dell'Europa rimane unita, perché, oltre alle sue origini comuni, vive gli identici valori cristiani e umani, come quelli della dignità della persona umana, del profondo sentimento della giustizia e della libertà, della laboriosità, dello spirito di iniziativa, dell'amore alla famiglia, del rispetto della vita, della tolleranza, del desiderio di cooperazione e di pace, che sono note che la caratterizzano.Volgo il mio sguardo all'Europa come al Continente che ha più contribuito allo sviluppo del mondo, tanto sul piano delle idee quanto su quello del lavoro, delle scienze e delle arti. E mentre benedico il Signore per averlo illuminato con la sua luce evangelica fin dalle origini della predicazione apostolica, non posso tacere lo stato di crisi in cui esso si dibatte, alle soglie del terzo millennio dell'era cristiana.Parlo a rappresentanti di Organizzazioni nate per la cooperazione europea, e a fratelli nell'Episcopato delle diverse Chiese locali d'Europa. La crisi investe sia la vita civile che quella religiosa. Sul piano civile, l'Europa è divisa. Innaturali fratture privano i suoi popoli del diritto di incontrarsi tutti reciprocamente in un clima di amicizia, e di congiungere liberamente i loro sforzi e le loro genialità in servizio di una convivenza pacifica e di un apporto solidale alla soluzione dei problemi che affliggono altri continenti. La vita civile è anche segnata dalle conseguenze di ideologie secolaristiche, la cui estensione va dalla negazione di Dio o dalla limitazione della libertà religiosa, all'importanza preponderante attribuita al successo economico rispetto ai valori umani del lavoro e della produzione; dal materialismo ed edonismo, che intaccano i valori della famiglia feconda e unita, della vita appena concepita e la tutela morale della gioventù, a un “nichilismo” che disarma le volontà dal fronteggiare problemi cruciali come quelli dei nuovi poveri, degli emigrati, delle minoranze etniche e religiose, del sano uso dei mezzi di comunicazione di massa, mentre attrezza le mani del terrorismo.
Matteo Salvini fonda la sua fortuna politica sull'ignoranza e sul non detto, facendo credere a chi l'ascolta che ciò che lui dice sia logico quando logico non lo è, che ciò che lui dice abbia dei fondamenti culturali quando questi non esistono, che ciò che lui dice sia vero quando invece è falso.
Dobbiamo sopportare tutto ciò ancora per molto?