Giovedì, i partiti della coalizione che supporta il governo tedesco hanno raggiunto un accordo, siglando un documento di due pagine, dopo un breve incontro che si è tenuto al Reichstag e che pone fine a una disputa che aveva minacciato di far cadere, solo dopo pochi mesi, il nuovo governo, uscito comunque politicamente indebolito da questa vicenda.

CDU, CSU e SPD hanno convenuto di accelerare il processo di rimpatrio dei migranti che hanno presentato domanda di asilo in altri Stati dell'Unione, come previsto dalla vigente normativa dell'UE, ma solo dopo che siano stati stipulati accordi con i Paesi di destinazione.

L'accordo prevede che i richiedenti asilo registrati in altri paesi siano processati entro 48 ore in strutture di polizia, non in centri di transito separati come voleva il ministro dell'interno Seehofer (CSU), se non possano essere trasportati all'aeroporto di Monaco per essere rinviati nel paese in cui hanno presentato la domanda di asilo.

Andrea Nahles, leader dei socialdemocratici (SPD), si è detta soddisfatta dell'accordo sottolineando che non prevede, rispetto a quanto indicato in precedenza, la creazione di alcun centro di transito o un qualche intervento unilaterale da parte della Germania. L'SPD si era opposto a tali centri paragonandoli a campi di internamento.

In ogni caso, anche Seehofer, che ha dovuto ridimensionare le richieste iniziali, si è detto soddisfatto dell'accordo.

In Germania, un sondaggio condotto dall'emittente televisiva ARD ha reso noto che, a differenza di quanto accade in Italia, il 56% dei tedeschi ritiene che alla questione immigrazione da parte del governo sia stato dato troppo spazio, a scapito di altre problematiche ritenute più urgenti e importanti.