Nel 2011 Gianluca Casseri, neofascista, in piazza Dalmazia a Firenze uccise due senegalesi, Samb Modou e Diop Mor. Il 5 marzo scorso, sempre a Firenze sul ponte Vespucci, un ex tipografo fiorentino adesso pensionato, Roberto Pirrone, ha ucciso Idy Diene, anche lui senegalese, sparandogli sei colpi di pistola.

Idy Diene aveva sposato la moglie di Samb Modou, Rokhaya Kene Mbengue, che adesso è vittima di una seconda tragedia e nuovamente vedova.

Perché Pirrone abbia sparato all'ambulante senegalese non è ancora stato accertato ufficialmente. Il 65enne fiorentino ha negato qualsiasi motivazione legata al colore della pelle, dicendo che in quel momento avrebbe sparato a chiunque e che adesso è dispiaciuto e disperato per aver compiuto quel gesto.

Sabato, a Firenze è stata organizzata una manifestazione in ricordo di Idy Diene, promossa dalle associazioni senegalesi in Toscana - cui hanno dato la propria adesione altre sigle del mondo dell'associazionismo come Anpi, Arci e Cgil - con un corteo che si è radunato a Piazza Santa Maria Novella per sfilare fino al ponte Vespucci, dove è avvenuto l'omicidio di Idy Diene.

La regione Toscana, tramite il presidente Enrico Rossi e l'assessore Vittorio Bugli, ha assegnato alla vedova - come aiuto - un contributo di solidarietà di ventimila euro. Il sindaco di Firenze Dario Nardella, a sua volta, ha annunciato che il Comune si è reso disponibile a farsi carico delle spese per il rimpatrio della salma oltre ad organizzare una cerimonia funebre anche a Firenze, prima che Diene venga seppellito in Senegal, in occasione della quale sarà proclamato lutto cittadino.

Alla manifestazione per Idy Diene hanno partecipato oltre 10mila persone, provenienti non solo dalla Toscana ma anche da altre regioni, unite sotto lo slogan "Basta Razzismo".

Un fatto, quello avvenuto il 5 marzo scorso che ha avuto uno scarso eco mediatico, eppure è un fatto molto grave per le implicazioni razziste, nonostante le smentite dell'assassino, che sembrerebbero star dietro a quel gesto.

E di quell'omicidio non hanno parlato - si sono ben guardati dal farlo - vincitori e vinti delle politiche. Non ne ha parlato Matteo Salvini, non ne ha parlato Matteo Renzi.

Matteo Salvini, come chiunque può aver avuto modo di verificare sui suoi profili social, ha caratterizzato il suo racconto dell'Italia facendo credere che questa fosse ormai alla mercé di pericolosi "immigrati" di colore che, mantenuti dallo Stato, per ammazzare la noia passavano il tempo a commettere qualsiasi crimine fosse venuto loro in mente. Gli "amici" di Salvini si sono convinti che questo è quanto accade in Italia ogni giorno e su questa base Salvini ha costruito il proprio successo elettorale.

Pertanto, era immaginabile che il possibile futuro presidente del Consiglio potesse parlare di Idy Diene e del suo omicidio? No, perché quel fatto non si adattava al suo racconto o, come si dice oggi, alla sua narrazione di Paese.

Quindi, quel fatto di cronaca, per Matteo Salvini non è accaduto. E non è accaduto neppure per il "trombatissimo" ex segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi che, nonostante parli sempre di tutto, questa volta si è dimenticato di esprimere la sua opinione su un fatto che invece lo riguardava direttamente.

Infatti, dopo aver distrutto il Pd alle passate elezioni, Matteo Renzi ha comunicato ad iscritti ed elettori che adesso avrebbe fatto il "senatore semplice" e che si sarebbe occupato solo della "sua" Firenze. Bene. Nella "sua" Firenze è avvenuto un omicidio, molto probabilmente, di matrice razzista. E lui che cosa ha detto in proposito? Niente.

Ma forse Renzi era impegnato nelle beghe post elettorali del suo partito... per questo non ha potuto occuparsi di Idy Diene e non ha potuto partecipare al corteo di sabato. Ma non è così. Infatti, per il capitano della Fiorentina Davide Astori, Renzi ha trovato modo di occuparsi, partecipando giovedì scorso anche alle sue esequie che si sono tenute nella basilica di Santa Croce a Firenze.

Quindi, per motivi di opportunità politica, Matteo Renzi e Matteo Salvini non hanno parlato di Idy Diene, non si sono occupati della vicenda, perché la sua morte non poteva adattarsi al loro messaggio elettorale, all'idea di Paese che loro vogliono offrire agli italiani.

È vero. Quello di cui si può accusare Salvini e Renzi è possibile estenderlo a quasi a tutti i rappresentanti degli altri partiti (movimenti compresi) eletti in Parlamento il 4 marzo. Ma questo non è certo una consolazione, solo la consapevole amarezza che tra i tanti problemi dell'Italia dobbiamo rassegnarci ad aggiungere anche quello del razzismo.