Conte, Grillo e "nuovo M5s"... che pasticcio! E se gli attivisti, quelli del 2013, si riprendessero il Movimento?
Di Vincenzo Petrosino - Salerno -
L'assemblea costituente del Movimento 5 Stelle, annunciata da Giuseppe Conte all'indomani della debacle elettorale alla Europee, si avvicina.
Non ho mai pensato che il nuovo Movimento 5 stelle potesse andare avanti, i nuovi adepti, quelli che scherzosamente chiamo "i redditini di cittadinanza" sono una brutta fotocopia dei ragazzi dei gazebo del 2012 e precedenti.
Purtroppo qualcuno di quelli si è anche riciclato, ma molto molto male... In realtà quelle poltrone piacciono! Ma devono essere meritate e bisogna sedersi come una volta per onorare le "famose 5 stelle". Anche Beppe si è lasciato sfuggire di mano tutto, fidandosi di chi non doveva.
Il Movimento non era nato quale partito, la sua forza era proprio questa.
Purtroppo, alcuni ex attivisti miracolati del 2013, sostenuti dalla forza di attivisti veri, giunsero a Roma con la classica e già descritta valigia di cartone. Pura follia credere che gente proveniente dalla strada, spesso senza esperienza di vita e di lavoro, potesse cambiare l’Italia. La verità è un’altra… dietro quei miracolati esistevano menti pensanti che su ogni territorio, in ogni meet up, gazebo su gazebo avevano dato forza, linfa e idea al Movimento.
Purtroppo, e sia molto chiaro, tanti dei migliori in un modo e nell’altro sono stati ad arte e sistematicamente fatti fuori in ogni territorio al fine di favorire i primi eletti nel restare in sella.
Costoro, lasciati senza guida, hanno mostrato tutta la loro incapacità nel prendere decisioni e nel partorire buone idee. Si sono così "accartocciati" su temi carissimi agli attivisti. Hanno dovuto per forza attingere alla manovalanza di consulenti che spesso erano solo caporali amici. Consulenti e/o segretari particolari anch'essi ex nulla che, ovviamente, hanno partorito il nulla nel nulla.
Inutile stare qui a raccontare la storia di quanto era bello il Movimento 5 stelle sotto l’ombra dei gazebo, quanto era bello gridare cittadini punto e basta, quanto era bello avere il numero di telefono, toccare, parlare con i nostri portavoce, oggi onorevoli e ministri…
E se gli attivisti di una volta si impadronissero del Movimento e facessero un "pochino" di pulizia in casa? Ma davvero questo è il Movimento di uno vale uno e non siamo un partito e non siamo una casta ma cittadini punto e basta?
Ma questo non vi sembra davvero un qualcosa di completamente diverso dal Movimento di un tempo?
E adesso si accende lo scontro tra il presidente Giuseppe Conte e il garante Beppe Grillo.
Lo scambio di vedute, questa volta, è proprio sul metodo e sulle fasi del processo costituente voluto da Conte.
Il botta e risposta - al vetriolo - avviene con il più antico degli strumenti: la lettera.
La prima la scrive il fondatore al leader.
Grillo rimprovera a Conte di non averlo coinvolto nella scelta di indire l'assemblea. Di aver ignorato la sua richiesta di discuterne "in un gruppo "ristretto dei nostri".
Conte, nella replica, ribatte che la decisione sull'Assemblea spetta alla comunità e non a caminetti ristretti. È lo showdown, dopo settimane di tensione, anche se i toni nella forma restano di reciproco rispetto.
"Non abbiamo mai parlato" dell'assemblea, scrive Grillo a Conte, "ma in quanto garante, sono il custode dei valori del Movimento e dovremmo quantomeno discuterne prima". Il fondatore avrebbe chiesto al leader alcuni momenti di confronto in un petit comité per rilanciare i temi del Movimento dopo la "crisi di consenso". "Ogni decisione non potrà non essere presa nel rispetto dei valori del Movimento", precisa Grillo, che tiene rafforzare il suo ruolo. Grillo, nella sua lettera, parla della necessità di tornare a pochi punti distintivi di programma, mentre oggi le originarie 5 stelle "sono diventate un firmamento che sarà anche bello, ma le cui stelle appaiono indistinguibili una dall'altra". Pace, tutela dei più deboli, ma anche temi "che non siano così ecumenici" come una transizione ecologica e digitale e una politica che parta dai cittadini. È lo stesso Grillo a chiedere che la lettera venga resa pubblica, anche per "sfatare le nostre presunte divergenze".
Ma il muro contro muro è evidente.
Conte risponde per le rime. Il suo è un secco no alle richieste del garante.
"Non posso accogliere la tua proposta di discutere 'preventivamente' i temi da sottoporre all'Assemblea Costituente", scrive il presidente a Grillo. "Immaginare che io e te da soli - prosegue - o insieme a un gruppo ristretto dei nostri si proceda a individuare e discutere temi da sottoporre all'Assemblea, significherebbe arrogarsi la scelta di indicare i temi su cui l'Assemblea è legittimata a pronunciarsi, assumendo che rispetto a tutti gli altri essa sia priva di legittimazione. Lasciamo che la nostra Comunità si interroghi sul proprio futuro". Conte rimanda alla riunione del Consiglio nazionale che si terrà la prossima settima a che definirà passaggi e dettagli del processo costituente."Non appena avremo la 'guida' finale ti informerò prontamente", chiude il presidente. Che non evita di togliersi qualche sassolino dalle scarpe quando richiama la scelta del M5s di appoggiare il governo Draghi, "ci ha fatto molto male, non indugiamo in un passato che non ritorna". Conciliante, seppur formale come tutto lo scambio epistolare, la chiusa dell'ex premier, che saluta il garante "con pari amicizia e affetto".
Per approfondire dello stesso autore :
https://fai.informazione.it/9136DD10-EF9F-4C57-8B3F-978135A87CB2/Il-Movimento-FU-Cinque-Stelle