Più di una decina di esplosioni hanno scosso la più grande centrale nucleare d'Europa tra sabato sera e domenica, ha dichiarato l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA). Sia Mosca che Kiev si sono accusate a vicenda per il bombardamento della struttura.
"Le notizie dal nostro team di ieri e di questa mattina sono estremamente inquietanti. Le esplosioni si sono verificate nel sito della centrale nucleare, il che è del tutto inaccettabile. Chiunque sia stato, deve fermarsi immediatamente. Come ho già detto molte volte, state giocando con il fuoco!"
Questo è quanto dichiarato oggi il direttore dell'AIEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica), Rafael Grossi, dopo le numerose esplosioni registrate. I tecnici AIEA presenti sul posto hanno affermato che nel sito si sono verificati danni ad alcuni edifici e ad alcune attrezzature, di cui però nessuna collegata alla sicurezza nucleare.
Secondo il WSJ, la Russia intensificherà gli attacchi nell'Ucraina orientale dopo il ritiro da Kherson. Circa 20.000 soldati inviati in quell'area adesso vengono nuovamente dislocati nel Donbass, dove i generali russi cercano di ottenere risultati sul campo per mitigare la sconfitta nel sud dell'Ucraina. I primi obiettivi, le città di Bakhmut e Avdiivka nell'oblast di Donetsk.
Intanto Kiev non sembra più in grado di riparare i guasti portati da Mosca alle infrastrutture di produzione e distribuzione delle risorse energetiche. Per far fronte alla carenza di elettricità gli ucraini importano così circa 8.500 generatori al giorno, tanto che il primo ministro Denys Shmyhal ha annunciato la sospensione temporanea dei dazi doganali e dell'IVA su tale tipo di prodotti, in modo da renderne più facile l'acquisto.
Ma nonostante tutto, l'Ucraina non vuole parlare di pace. Lo ribadisce anche oggi all'AFP il consigliere capo di Zelensky, Mykhailo Podolyak, per il quale intavolare in questa fase delle trattative con la Russia equivarrebbe ad una capitolazione, etichettando tale possibilità come "bizzarra", dato che la Russia sul campo di battaglia sta perdendo.
E anche dal punto di vista del rispetto dei diritti umani la situazione sembra essersi ribaltata, con la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che chiede alle organizzazioni internazionali di indagare sulla possibile esecuzione da parte di militari ucraini (in base ad un video) di alcuni militari russi che si erano arresi ed erano pertanto inermi.
"Nessuna atrocità commessa dalle unità militari ucraine rimarrà impunita", ha detto la Zakharova. "Tutti i colpevoli e i loro complici saranno identificati e puniti di conseguenza. Nessuno sfuggirà alla punizione".
Per il vice primo ministro ucraino per l'integrazione europea ed euro-atlantica, Olga Stefanishyna, è invece "altamente improbabile" che i brevi estratti redatti di un video su Internet in cui si afferma che gli ucraini abbiano sparato a dei prigionieri di guerra russi confermino ciò che sostiene Mosca.
Intanto è salito a 84.210 il numero dei soldati russi rimasti vittime in Ucraina dal 24 febbraio scorso. Alle perdite umane, la Russia deve aggiungere anche quelle dei propri mezzi: 2.886 carri armati, 5.817 veicoli corazzati da combattimento, 4.371 veicoli e serbatoi di carburante, 1.868 sistemi di artiglieria, 393 sistemi di razzi a lancio multiplo, 209 sistemi di difesa aerea, 278 aeroplani, 261 elicotteri, 1.537 droni, 480 missili da crociera e 16 imbarcazioni.
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