Dopo l’intesa raggiunta col demanio il Comune di Milazzo non ha perso tempo per intervenire sull’area del Diana, da tempo in stato di totale abbandono. In attesa della progettualità, che gli uffici dovranno portare avanti per far sì che la struttura possa essere funzionale al territorio in quanto situata nella zona più bella del water front di Levante, l’Amministrazione ha disposto un intervento di messa in sicurezza dell’intero immobile col rifacimento della facciata che si presentava in condizioni disastrose, anche per l’incivile abitudine di imbrattarla con scritte anche impronunciabili.
«Ridiamo decoro e dignità a questa grande area strategica – ha detto il Sindaco Midili – assicurando anche le condizioni di sicurezza in attesa della progettualità. Era importante dopo decenni “rigenerare” questa parte importante della città che rischia di ammalorarsi in modo definitivo. Abbiamo tante idee per il recupero e la valorizzazione e ritengo che risolta positivamente la questione burocratica col demanio, si possa lavorare per dare il giusto ruolo anche a questa zona».
Un messaggio d’integrazione attraverso l’arte è stato proposto dalla cooperativa «Utopia», che da un decennio si occupa d’accoglienza di persone migranti – attualmente con strutture residenziali a Milazzo, Barcellona e Pace del Mela grazie proprio all’impegno dei beneficiari del SAI (Sistema Accoglienza Integrata): questi ragazzi infatti, con la preziosa collaborazione degli studenti del Liceo “Guttuso” e dell’artista congolese Mokè Fils hanno dato vita in piazza Perdichizzi ad una estemporanea d’arte. Il tema centrale dell’opera a più mani è stato proprio quello dell’abitare, che ha illustrato il presidente della cooperativa Francesco Giunta, spiegando che “obiettivo è di lasciare traccia del proprio passaggio e della propria presenza nei luoghi che chiamiamo casa, entro cui mettiamo parte della nostra identità”.
Contributi istituzionali sono giunti dall’Assessore Beatrice De Gaetano e dal Sindaco Pippo Midili, che ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa e del messaggio che viene da tanti migranti che la città ha accolto ed ospita da anni; quindi spazio anche a Mokè Fils, conosciuto anche come “Painter reporter delle città”, perché con le sue opere esplora e raffigura scene di vita urbane, bar, night club, ritrovi, manifestazioni pubbliche, il quale ha fatto anche cenno al percorso, che l’ha portato a Milazzo, città. al quale egli ha detto di sentirsi molto legato, per poi parlare anche della sua arte, essendo stato uno dei principali artisti della scuola di pittura popolare nata a Kinshasa.
«L’avvicinarsi della giornata del rifugiato – ha detto Patrizia Mastroeni, coordinatrice del S.A.I. – ha spinto ad immaginare spazi pubblici e momenti di condivisione e di aggregazione tra comunità che abitano lo stesso territorio».