"Di Maio verso le dimissioni da capo politico? Mi ricorda un po' Schettino, molla la nave mentre affonda. È il riconoscimento di un fallimento e di una sconfitta: scappa a pochi giorni dalle elezioni in Emilia e Calabria dove l'unica certezza è che i 5Stelle perderanno. Se Di Maio avesse voluto portare avanti le istanze dei pentastellati avrebbe dovuto mollare il governo e non proseguire con l'inciucio per rimanere attaccato alla poltrona. Ha ricoperto quattro cariche perdendo voti, deputati, senatori ed elezioni regionali: è il fallimento oggettivo di un'azione politica di un partito che pensava che con il virus dell'antipolitica avrebbe curato i mali del Paese e invece è finito vittima di se stesso".

Così ha riportato l'Ansa le parole dette da Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, intervenendo ad Agorà (Rai3).


Bisogna aggiungere che Di Maio dovrebbe dimettersi insieme ai fedelissimi, specialmente quelli campani. 

Di Maio avrebbe dovuto essere più avveduto di quanto invece ha dimostrato, perché conoscendo alcune cose  dei territori, avrebbe dovuto iniziare non tanto ad espellere gli attivisti segnalati, ma prima degli altri i segnalatori.

Spesso chi tradisce è sempre colui che tieni più vicino.

Forse "Giggino", ha solo ed esclusivamente peccato di "ingenuità", oltre che del comprensibilissimo stordimento per essersi trovato catapultato dallo stadio San Paolo alla vicepresidenza della Camera prima e a quella di Palazzo Chigi poi, senza alcuna esperienza... neppure di vita vissuta.

E di più che poteva fare? In fondo non è un "illuminato" in grado di fantasticare come fantastica il Grillo dell'ultim'ora.