Una colonna di mezzi armati dell'esercito di Khalifa Haftar sta marciando su Tripoli. Il governo di Fayez al Serraj, supportato dall'Italia, ha proclamato lo stato d'emergenza autorizzando le milizie sotto il proprio comando a bombardare le milizie di Haftar per "preservare e proteggere civili e infrastrutture da qualsiasi minaccia".

Quali siano le reali intenzioni di Haftar è impossibile affermarlo. Infatti, un'ipotesi è che voglia conquistare Tripoli, l'altra è che voglia invece far pesare la propria forza militare, in vista della Conferenza nazionale di pace che avrà inizio il prossimo 14 aprile.

Che cosa ci dice quanto sta accadendo? Che la Libia cui fa riferimento il nostro Governo come Stato di diritto in grado di gestire il problema migranti, compresi i salvataggi in mare, va ben al di là dell'utopia... è un miraggio, pura e semplice irrealtà.

Quanto sopra riportato spiega inoltre quanto denunciato dalle Ong negli ultimi giorni: la totale assenza di risposte da parte delle autorità libiche alle segnalazioni di intervento per il soccorso in mare di imbarcazioni in difficoltà.

E nonostante ciò il ministro dell'Interno Salvini ci fa sapere che nelle ore passate ha inviato al

- Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
- Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri
- Comandante Generale della Guardia di Finanza
- Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto
- Capo di Stato Maggiore della Marina Militare
- p.c. Capo di Stato Maggiore della Difesa

la seguente direttiva scritta ad hoc per la nave Alan Kurdi, della Ong Sea Eye:

"Un'eventuale condotta di navigazione verso l'Italia posta in essere dal Comandante della "Alan Kurdi" risulterebbe, pertanto, essere finalizzata al trasferimento sul territorio italiano di migranti irregolari con modalità improprie in violazione della normativa internazionale sul diritto del mare e, quindi, in maniera pregiudizievole per il buon ordine e la sicurezza dello Stato.

Alla luce di quanto precede, nella prospettiva di avvicinamento della suddetta imbarcazione, in acque di responsabilità italiana, alla stessa dovrà essere intimato sin d'ora il divieto d'ingresso e transito nelle acque territoriali e, al riguardo, si invitano le Signorie Loro ad attenersi scrupolosamente alle indicazioni sopra riportate".

Quanto indicato nella direttiva non potrà mancare di suscitare polemiche, perché le indicazioni del ministro sembrano confliggere con le norme del diritto internazionale, rischiando così di sollevare un nuovo caso giudiziario di cui Salvini, inevitabilmente, diverrebbe protagonista, e allo stesso tempo mettendo in difficoltà anche le stesse autorità da lui tirate in ballo, che rischiano di diventare complici di un reato.

E' evidente che Matteo Salvini ha perso il controllo di se stesso, nel caso lo abbia mai avuto, e agisce non più seguendo le prerogative concesse ad un ministro da uno Stato di diritto, ma direttamente come se fosse il capo assoluto di una dittatura, senza alcun rispetto della legge.

Senza rendersi conto del ridicolo di cui sta ricoprendo non solo se stesso, ma anche il Governo di cui fa parte, Salvini continua a pretendere che la Libia sia un porto sicuro e che i salvataggi in mare debbano essere affidati alla Guardia Costiera libica. Nella sostanza Salvini crede o vuol far credere che lo Stato fantasma di al Serraj possa essere in grado di agire, in questo caso, per effettuare operazioni di salvataggio in mare.

E' pertanto evidente che Salvini è totalmente incapace, oltre che inadeguato, nel ricoprire un qualsiasi incarico istituzionale.

Per la cronaca, nelle prime ore della notte, la Alan Kurdi è a circa 15 miglia da Lampedusa, al limite delle acque territoriali italiane.