Il 18 marzo, in concomitanza con il salvataggio da parte della Mare Jonio di 49 naufraghi, il ministero dell'Interno aveva pubblicato una direttiva per il "coordinamento unificato dell'attività di sorveglianza delle frontiere marittime e per il contrasto all'immigrazione illegale".

Quest'oggi, il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha aggiornato quella direttiva con una circolare che, in sostanza, promuove le attività di ricerca e soccorso effettuate dalla Libia, indicando quel Paese come porto sicuro, invitando di conseguenza i vertici delle forze dell'ordine, della Marina e della Guardia costiera "a garantire alle autorità libiche il legittimo esercizio delle proprie responsabilità nella gestione delle procedure di ricerca e soccorso".

Come prova che i libici siano affidabili nelle attività di ricerca e soccorso e in grado di ospitare i migranti nel pieno rispetto dei diritti umani, Salvini fa riferimento alla Commissione europea e all'OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni).

Secondo il ministro, la Commissione europea ha sottolineato i successi della Guardia costiera libica, che nel 2018 (dati OIM) ha salvato 15.358 persone, riportandole in Libia. La maggior parte delle persone soccorse sono state sbarcate presso i porti di Tripoli (62%), di Homs (19%) e di al-Zawiya (11%). Punti di sbarco in cui opera personale OIM .

Pertanto, secondo Salvini, questo proverebbe "la piena legittimità degli interventi di soccorso dei libici", dato che la presenza dell'OIM garantirebbe il rispetto dei diritti degli immigrati e nel contempo salvataggi più rapidi.

Ma è proprio così? No. Ed è proprio l'OIM a dirlo in un comunicato del 29 marzo 2019 in cui ribadisce che in Libia è ancora difficile garantire una protezione adeguata ai migranti.

"In riferimento alle proprie attività in Libia, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) intende precisare di aderire alla posizione ONU secondo la quale la Libia non può ancora essere considerata un porto sicuro.L'OIM in Libia è presente, ed è attiva ai punti di sbarco, dove fornisce una prima assistenza ai migranti soccorsi in mare. Dopo lo sbarco i migranti sono però spesso trasferiti in centri di detenzione gestiti dal governo sui quali l'OIM non ha nessuna autorità. Si tratta di centri chiusi, e la detenzione di uomini, donne e bambini al loro interno è da considerarsi arbitraria. Le condizioni inaccettabili e inumane di questi centri sono ampiamente documentate.In generale la situazione nel paese rimane molto pericolosa e l'OIM non può garantire la protezione dei migranti in Libia."

Quanto sopra riportato è da considerarsi l'ennesima brutta figura con cui Matteo Salvini continua a mettere alla berlina e a screditare le istituzioni e la credibilità del Paese per supportare la sua perenne e insensata propaganda.