Nell'Angelus celebrato dal Parco Santakos a Kaunas, durante la sua visita pastorale in Lituania, Papa Francesco, richiamandosi al passo del Libro della Sapienza letto durante la Messa odierna, ha ricordato ai presenti che "l'empio ha la pretesa di pensare che la sua forza sia la norma della giustizia."

Una considerazione che ha permesso al Papa di ricordare la distruzione del ghetto ebraico di Vilnius avvenuta proprio 75 anni fa.

«Gesù nel Vangelo - ha detto Francesco - ci ricorda una tentazione sulla quale dovremo vigilare con attenzione: l'ansia di essere i primi, di primeggiare sugli altri, che può annidarsi in ogni cuore umano.

Quante volte è accaduto che un popolo si creda superiore, con più diritti acquisiti, con maggiori privilegi da preservare o conquistare.

Qual è il rimedio che propone Gesù quando appare tale pulsione nel nostro cuore e nella mentalità di una società o di un Paese? Farsi l'ultimo di tutti e il servo di tutti; stare là dove nessuno vuole andare, dove non arriva nulla, nella periferia più distante; e servire, creando spazi di incontro con gli ultimi, con gli scartati.

Se il potere si decidesse per questo, se permettessimo al Vangelo di Cristo di giungere nel profondo della nostra vita, allora la globalizzazione della solidarietà sarebbe davvero una realtà.»

Un memento, quello del Papa, che vale anche come monito perché quanto accaduto 75 ani fa non abbia a ripetersi, sotto altre forme, anche contro altri "nemici", come indicano le sue parole conclusive richiamando alla solidarietà nei confronti degli esclusi, delle minoranze, "per allontanare dai nostri ambienti e dalle nostre culture la possibilità di annientare l'altro, di emarginare, di continuare a scartare chi ci dà fastidio e disturba le nostre comodità."

Parole che non potranno certo fare piacere ai sovranisti finanziati da Bannon e supportati dagli ultrà del conservatorismo cattolico, fedeli all'esteriorità delle funzioni, ignari del contenuto dei Vangeli.