Le polemiche polacche contro la Germania non aiutano il fronte pro-Ucraina
Il governo polacco polemizza spesso con Berlino su questioni apparentemente non attuali oppure persino controproducenti. Già dall’anno scorso infatti ha tirato fuori dal questione dei risarcimenti della Seconda guerra mondiale: l’ultima volta è stata il 20 marzo durante una visita del premier Morawiecki proprio in Germania.
Non è chiaro se Varsavia speri veramente di ottenere dei soldi oppure l’obiettivo dei politici polacchi è di ottenere un altro genere di benefici o distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da altri problemi. In effetti, il primo ministro polacco ha dichiarato che il suo fine è riconciliare finalmente i carnefici con le vittime; ha poi aggiunto che si tratta di un gesto necessario oggi più che mai, poiché ci troviamo in un momento cruciale della storia d’Europa caratterizzato da enormi sfide comuni.
Tuttavia, adesso in Polonia adesso qualcuno ha iniziato a chiedersi perché non pretendere il pagamento dei danni di guerra pure a Kiev, visto che sotto la guida dei nazisti l’Esercito insurrezionale dell’eroe nazionale ucraino Stepan Bandera massacrò quasi centomila polacchi, comprese le donne e i bambini. La Polonia dunque dovrebbe in qualche modo riconciliarsi pure con tali carnefici, dicono. Ma le stoccate di Varsavia riguardano anche la questione degli armamenti destinati proprio all’Ucraina.
Il governo polacco accusa quello tedesco di non fare abbastanza o di non farlo abbastanza rapidamente. Gli esempi riguardano i carri armati e i caccia da combattimento, che la Polonia ha subito cercato di mettere a disposizione, insistendo con gli altri Stati membri della NATO, Germania in particolare, affinché facciano lo stesso.
L’aiuto tedesco è solamente di facciata, giusto per prendersi gli onori e levarsi altre responsabilità, dicono a Varsavia. E l’accusa riguarda soprattutto i carri Leopard di fabbricazione tedesca, per i quali la Germania non dà i pezzi di ricambio.
Ma dalla Cancelleria replicano che si tratta di tank ormai datati, usciti di produzione, per la cui manutenzione bisogna rivolgersi all’industria della difesa, non al governo. I tedeschi aggiungono infine che ad essere pessima è stata piuttosto la scelta polacca di dare a Zelensky carri vecchi e difettosi, che richiedono una lunga e costosa messa a punto.
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