"È stato incredibilmente doloroso sapere che membri del governo di così alto livello abbiano partecipato a delle feste mentre i familiari dei malati di Covid non erano in grado di rimanere vicini ai loro cari che stavano morendo. Il fatto che il premier e il suo cancelliere abbiano poi mentito al riguardo, e che avrebbero continuato a farlo se non fosse intervenuta la polizia, è davvero vergognoso. Hanno infranto la legge... ma, peggio ancora, ci hanno preso tutti per imbecilli."

Così si espresso un rappresentante delle famiglie che a causa del Covid hanno perso un loro caro, per commentare la notizia della multa inflitta da Scotland Yard al premier britannico Boris Johnson e al cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak per aver infranto le disposizioni di distanziamento sociale da loro stessi imposte per contrastare la pandemia. Anche la moglie di Johnson, Carrie, è stata multata.

Dato che Scotland Yard sta indagando su diverse violazioni alle regole del lockdown da parte di membri del governo Johnson, non è ben chiaro a quale degli eventi in cui i tre sono stati coinvolti si riferisca la sanzione. Non è stato ancora comunicato da Scotland Yard che ha aperto un'inchiesta su ben 12 feste che si sono svolte tra Whitehall e Downing Street durante il lockdown.

Non appena la notizia si è diffusa, i rappresentanti dei partiti di opposizione non si sono fatti attendere nel condannare Boris Johnson e Rishi Sunak, chiedendone le immediate dimissioni, con il leader dei liberaldemocratici, Ed Davey, che ha chiesto che il Parlamento - che attualmente è in vacanza per il periodo pasquale - venga riunito d'urgenza per votare la sfiducia al primo ministro.

I conservatori cercano invece di gettare acqua sul fuoco aggiungendo che dare il via adesso ad una crisi di governo nel bel mezzo di una guerra destabilizzerebbe il Paese, proprio nel momento in cui dovrebbe rimanere unito per aiutare il popolo ucraino.

Nel pomeriggio Johnson si è scusato ma ha detto che non si sarebbe dimesso.

"Accetto  che le persone abbiano il diritto di aspettarsi di meglio", ha detto il premier britannico in un'intervista. "Ma ora mi sento ancor più obbligato nel rispettare le priorità del popolo britannico".