Chi non ricorda la soddisfazione del senatore di Rignano e consulente di Mohammad bin Salman Al Sa'ud, Matteo Renzi, una volta appresa la notizia che l'Europa non aveva assegnato i fondi del Pnrr all'area contingua allo stadio Franchi, che andava a completarne la sua ristrutturazione?

La soddisfazione era dovuta al fatto che il sindaco Nardella è diventato da tempo un suo ex amico e, pertanto, qualsiasi suo insuccesso diventa per Renzi moneta da spendere alle prossime comunali.

Ma, in queste ore, pare che la mancata concessione di quei fondi (che interessavano anche Venezia a cui però l'attuale governo ha già concesso un finanziamento di "ristoro") non sembra sia dovuta ad un niet dell'Europa, quanto ad una precisa richiesta in tal senso da parte del Governo di Giorgia Meloni.

L'eurodeputata Pd Daniela Rondinelli aveva fatto una interrogazione parlamentare prioritaria, inviata lo scorso 6  aprile alla Commissione europea, in modo da avere chiarimenti sulla bocciatura del progetto di riqualificazione dello Stadio Artemio Franchi.

Che cosa ha risposto la Commissione? Nulla.

Allora, dopo tre mesi di silenzio, la stessa Rondinelli ha incalzato con una lettera la stessa presidente von der Leyen, che in questo caso le replica facendole sapere che è stato lo stesso governo italiano a dire no al progetto presentato da Palazzo Vecchio! Progetto approvato nel PNRR due anni prima! 

"Un inaccettabile scaricabile! Sì, perché le valutazioni sul progetto - dichiara Daniela Rondinelli - spettavano alla Commissione europea, ma soltanto ora veniamo a sapere che così non è stato, mentre il governo Meloni sostiene però l’esatto opposto.Insomma, sullo Stadio Franchi di Firenze la partita è tutta politica. Lo dimostrano il lungo silenzio di Bruxelles e questa risposta irricevibile. Il metodo è poco chiaro e per me rappresenta un precedente pericoloso che mette in difficoltà gli amministratori locali e rende quasi arbitrario l'accesso alle risorse PNRR, per progetti, già approvati, nonostante importanti volani di sviluppo per un territorio".

Come riporta Repubblica, è poi il commissario ad Un'economia al servizio delle persone, il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis a rispondere punto per punto alle domande di Daniela Rondinelli e Beatrice Covassi, l'altra firmataria dell'interrogazione, che ci fa capire lo scaricabarile di cui si parla in precedenza.

Perché rilievi così importanti sul progetto dello stadio Franchi sono stati avanzati solo un anno e mezzo dopo l’approvazione?
Risposta della Commissione europea: ha deciso il governo italiano.

Sulla base di quale procedura la Commissione ha ritenuto di ritirare i famosi 55 milioni nell’ambito del Pnrr per un’opera già di fatto avviata? Ha la Commissione svolto un’analisi dettagliata sul perché Campo di Marte debba ritenersi area non degradata e dunque non idonea?
Risposta: la Commissione valuta la misura di finanziamento stabilita dallo Stato italiano, ma non c’è bisogno di svolgere valutazioni sui singoli progetti.

Invece, il ministro Raffaele Fitto aveva dichiarato  ufficialmente "di aver escluso dal Pnrr il Franchi perché i servizi della Commissione hanno confermato la non eleggibilità del progetto nell’ambito dei Pui ( Piani urbani integrati)".

Ma per la Commissione Ue, in base a quanto scrive Dombrovskis, è l'esatto contrario: "L’intervento proposto sullo stadio Franchi di Firenze era stato inizialmente incluso tra i progetti rientranti nel traguardo M5C2- 13, ma successivamente è stato rimosso dalle autorità italiane dai progetti ammissibili al finanziamento".

Neppure chi sta al vertice della task force europea sul Pnrr, Celine Gauer, aveva rilasciato dichiarazioni su una bocciatura del finanziamento per la trasformazione dell'area urbanistica a ridosso dello stadio Franchi. E perché poi la Commissione Ue dovrebbe dire il falso? Pertanto, la bocciatura non può che esser stata richiesta che dal Governo, visto che

anche la tesi secondo cui "l'Europa non paga stadi" ribadita dai ministri Fitto e Abodi non compare nelle carte di Dombrovskis.

Inoltre, se la Commissione non ha mai effettuato valutazioni specifiche sul progetto Franchi, come potrebbe poi averne richiesto la rimozione dall'ambito dei Pui (Piani Urbani Integrati)?

OItretutto, il governo si è opposto alla richiesta di accesso agli atti da parte del Comune di Firenze per visionare le tuttora sconosciute osservazioni della Commissione per bocciare il finanziamento richiesto... purché esistano! A questo punto è più che logico supporlo.

La stessa sorte dell'area attigua al Franchi era toccata anche all'area urbanistica attigua allo stadio di Venezia. Ma, miracolosamente, il governo Meloni, nei giorni scorsi, i soldi per Venezia li ha trovati, ma non per il Franchi. L'amministrazione di Venezia è da collocare nell'area politica a supporto dei (post) fascisti. Quella di Firenze, invece, appartiene all'opposizione.

In questa vicenda, che ormai, salvo smentite, ha tutti i contorni di un'ignobile porcata politica, potrebbe esserne invischiato fino al collo anche il consulente di Bin Salman, visto che poche settimane prima del "niet" di Bruxelles già andava dicendo che l'Europa non doveva e non avrebbe potuto finanziare la ristrutturazione del Franchi. Curioso!

Adesso, la vicenda non può non essere considerata enorme dal punto di vista politico. Un vero e proprio scandalo.

A questo punto, sono improrogabili i chiarimenti di Meloni, Fitto e Abodi... oltre che l'immediato finanziamento delle opere per il rifacimento dello stadio negato al Comune di Firenze.


Aggiornamento.

Dopo che la notizia del risultato dell'interrogazione è iniziata a circolare, la portavoce della Commissione UE per gli affari economici e finanziari, il lavoro e i diritti sociali, Nuyts Veerle, ha diffuso un tweet in cui dichiara: 

"Sulla decisione del governo italiano di sospendere i lavori di ristrutturazione degli stadi di Firenze e Venezia:  Tale decisione è stata presa a seguito delle consultazioni con la Commissione nell'ambito della valutazione della relativa richiesta di pagamento, dopo che la Commissione aveva specificato che tali progetti non erano ammissibili nell'ambito del RRF".

In pratica, una smentita di quanto la Commissione aveva dichiarato in precedenza.  Ora è evidente che il problema esiste, anche più di quanto non esistesse in precedenza, viste le precedenti dichiarazioni ricevute da Rondinelli e Covassi (che non sono un'invenzione) e vista l'opposizione fatta dal governo italiano alla richiesta di accesso agli atti da parte del Comune di Firenze per sapere il motivo delle osservazioni che hanno portato la Commissione a bocciare il finanziamento. 

Si attendono sviluppi e chiarimenti!