Nessuna conferenza stampa da parte di Trump che dalla Casa Bianca ha rilasciato solo una breve dichiarazione in seguito all'attacco portato dall'Iran a due basi militari Usa in Iraq.

Che cosa ha detto Trump? 

Intanto non ha parlato di repliche all'attacco iraniano, la cui inefficacia è stata pressoché totale. Il presidente Usa ha detto che le due basi militari non hanno praticamente subito danni e, soprattutto, che nessun militare americano è stato ferito.

Trump ha rivendicato la necessità dell'uccisione del generale Soleimani, affermando che l'esercito americano sotto il suo comando ha eliminato "il terrorista più pericoloso al mondo", responsabile, tra l'altro, di aver "ferito e ucciso migliaia di soldati americani (!)".

Inoltre, ha aggiunto Trump, negli ultimi giorni Soleimani stava pianificando nuovi attacchi contro gli Stati Uniti che, con la sua uccisione, hanno mandato un chiaro messaggio ai terroristi.


Trump ha condannato anche l'accordo sul nucleare del 2013, siglato dall'amministrazione Obama, definito "pazzesco" ed in base al quale l'Iran avrebbe ricevuto 150 miliardi di dollari che poi, parole di Trump, avrebbe utilizzato per attaccare gli interessi americani nel mondo.

È necessario un nuovo accordo nucleare, ha proseguito rivolgendosi alle autorità iraniane, che ha poi avvertito dicendo che la loro "campagna di terrore e omicidi non sarà più tollerata".

All'inizio del proprio intervento Trump aveva detto che la sua amministrazione non permetterà in alcun modo che l'Iran possa dotarsi in futuro di un armamento nucleare.


Infine Trump ha dichiarato anche che già dalle prossime ore chiederà alla Nato un maggiore coinvolgimento in Medio Oriente da parte dei Paesi che ne fanno parte.

Detto questo ha poi aggiunto che, grazie a lui, gli Stati Uniti sono adesso un Paese completamente indipendente, sia dal punto di vista militare, a seguito del finanziamento da 2,5 trilioni alle forze militari Usa, che da quello energetico: grazie al petrolio e al gas estratti in America, gli Usa sono completamente indipendenti dalle fonti fossili estratte in altre parti del mondo. 


Per ultimo, Trump si è assegnato il merito di aver annientato l'Isis e di aver ucciso il suo leader, al Baghdadi, riconoscendo però che lo Stato Islamico era nemico anche dell'Iran, invitandolo quindi a collaborare alla ricerca di un accordo: "Gli Stati Uniti sono pronti a ricercare la pace con tutti quelli che la ricercano". 


Il discorso di Trump è stato accuratamente preparato e bilanciato. Ha lanciato avvertimenti un po' a tutti: nemici ed alleati. Ai primi ha ricordato che l'esercito Usa dispone di una potenza militare senza eguali (dimenticandosi però che i russi le armi ipersoniche le hanno già) e di poterla utilizzare nel caso lo ritenga necessario. Ai secondi ha fatto presente che possono continuare ad essere alleati, ma solo se in futuro potranno essere utili agli Stati Uniti, in pratica, facendo ciò che lui ordinerà.

All'Iran ha fatto capire che con l'attacco della scorsa notte, per lui la partita è pari e patta. L'attacco alle basi militari Usa in Iraq, che è stato definito dai media locali come cruento, tanto da aver causato addirittura 80 morti, potrebbe essere rivenduto da Teheran agli iraniani come risposta sufficiente all'uccisione di Soleimani. 

Da vedere se così sarà. Intanto, questo mercoledì l'Ayatollah Seyyed Ali Khamenei ha dichiarato che gli Stati Uniti devono lasciare la regione.