"Italia Viva è un partito riformista che prenderà voti essenzialmente da tre contenitori di delusi. Chi è deluso dalla destra che doveva essere europeista e si è consegnato alla coppia Meloni-Salvini. Chi è deluso dal Pd che doveva essere riformista e si è spostato sulla sinistra più dura. Chi è deluso da Azione che doveva fare il terzo polo e si è spartito qualche seggio".

La sinistra più dura cui fa riferimento Renzi nella dichiarazione precedente non è ben chiaro quale sia, visto che il Partito Democratico ha siglato un accordo con Calenda, mentre a sinistra - diciamo così - vi è il poco percento di Mdp Articolo 1 che ha finora votato di tutto e di più di quanto presentato dal governo Draghi in Parlamento. 

Inoltre, Verdi e Sinistra Italiana, a quanto pare, non sembrano - al momento - voler far la parte degli ipocriti che per un seggio sicuro propagandano programmi che mai verrebbero realizzati.

I 5 Stelle, indicati come nemici della patria non si sa bene in base a quale valutazione logica, non faranno parte dell'allegra brigata, dell'armata Brancaleone, della gioiosa macchina da guerra o come si preferisca definirla, abborracciata dall'acume politico di Enrico Letta, magnetizzato da Calenda sulla via di Riglione.

Del gruppo, però,  dovrebbe far parte anche il neopartito del nulla, Impegno Civico, ibridazione dell'ultim'ora conseguente all'impollinazione di Insieme per il futuro di Di Maio con il già collaudato Centro Democratico di Tabacci.

Ma anche l'ispiratore della nuova formazione, il suo capo politico, Luigi Di Maio, che non sembra poter essere collocato tra la sinistra più dura, ha comicamente espresso più di una perplessità sull'accordo Calenda Letta:

"La nostra comunità è pronta a dare il massimo ma pretende rispetto e parità di trattamento. ... Impegno Civico vuole costruire, è una comunità fatta di persone determinate, pazienti, pronte a dare il massimo, ma la nostra comunità pretende rispetto e parità di trattamento. Altrimenti, viene meno il principio fondante di una coalizione".

A quale comunità Di Maio si riferisca non è assolutamente chiaro, però questo è quanto ha scritto ieri in una nota, aggiungendo anche:

"Nelle coalizioni deve prevalere il rispetto reciproco, verso tutti coloro che ne fanno parte. Sin dall’inizio, abbiamo avuto l’obiettivo di costruire una coalizione compatta e omogenea per fermare la deriva estremista rappresentata dai partiti che, per interessi personali, hanno fatto cadere il Governo. Lo hanno fatto infischiandosene dell’emergenza economica nazionale, dell’inflazione record e dei costi del carrello della spesa che continuano ad aumentare, colpendo così le tasche delle famiglie italiane.È opportuno, dunque, non perdere di vista l’obiettivo, anche per evitare di mandare al governo partiti che rischiano di portare l’Italia fuori dalla sua collocazione Euro-Atlantica. Continuiamo a porci con uno spirito costruttivo, quello di chi vuole dar vita a una coalizione che risponda agli interessi del Paese e non agli interessi del singolo partito. E per delineare questa coalizione bisogna correre e procedere a passo spedito perché adesso c’è poco tempo e si rischia solamente di lasciare il campo d’azione a chi ha causato la caduta del governo Draghi".

Qual è il turbamento provocato in Di Maio dal patto Letta Renzi? Lo spiega sempre Italia Viva con il suo fondatore, in questi termini:

"Cosa è il diritto di tribuna? Un posto garantito come capolista del PD a tutti i leader dei partiti in coalizione. Così sono sicuri di entrare in Parlamento. Lo hanno proposto anche a noi. Pare che al momento abbia accettato di prendere questo posto e correre con il simbolo del PD, Luigi Di Maio. Amici miei, ma la dignità dov’è? Ho lasciato il PD perché non condividevo le idee di quel gruppo dirigente. Io non mi faccio adesso candidare da quel partito per salvare una poltrona. Le idee valgono più dei posti. Per me la politica è un ideale, non un centro per l’impiego. E a chi mi chiede se useremo il diritto di tribuna rispondo: mi chiamo Matteo Renzi, io, non Luigi Di Maio. Meglio rischiare di perdere il seggio che avere la certezza di perdere la faccia".

Riassumendo, il Pd di Letta, per evitare di accordarsi con i 5 Stelle ha creato un campo tanto largo da consentire al solo Calenda di riconoscervisi, basato su un programma che senza problemi potrebbe essere condiviso da una qualsiasi forza moderata di centrodestra di un qualsiasi Paese europeo normale, non inquinato dai nipotini di Mussolini. 

Se questa è la sinistra radicale...