Politicamente, la Fondazione Open, il salvadanaio a supporto delle iniziative politiche personali di Matteo Renzi, era dal punto di vista politico un vero e proprio paradosso.

Infatti, Open raccoglieva finanziamenti per Renzi, anche quando Renzi era membro e segretario del Partito Democratico. Nel mondo normale, un segretario di partito non raccoglie fondi per promuovere se stesso tramite una propria fondazione... invita invece i sostenitori di quel partito a finanziarne direttamente le casse per sostenerne l'attività politica.

Ma, come è noto a tutti, il Pd di Renzi non aveva nulla a che fare con un partito socialista, come Renzi lo aveva indicato e, soprattutto, nonostante l'impegno profuso nel farlo diventare "roba sua", le correnti all'interno del Partito Democratico glielo hanno impedito... finché i risultati delle urne hanno detto a Renzi che neppure gli elettori oramai gli credevano più.

Quindi, quando Renzi si è arreso all'evidenza e si è reso conto che non avrebbe più potuto controllare il PD, ha deciso di fondare direttamente un suo partito, un bel partito personale fatto su misura... in stile Forza Italia. È evidente che allora la Fondazione Open avrebbe finito per essere un problema, creando confusione nei "finanziatori". Per questo, a fine 2018, la Fondazione è stata chiusa.

Adesso i finanziatori possono dare i soldi a Renzi, per la sua attività politica, donandoli direttamente a Italia Viva.


Il paradosso politico della Fondazione Open, dallo scorso settembre è diventato però anche un quesito giudiziario per la magistratura di Firenze. Quesito a cui i PM Creazzo e Turco hanno dato una risposta ipotizzando che la raccolta fondi da parte della Fondazione Open abbia configurato il reato di finanziamento illecito ai partiti.

Naturalmente, Matteo Renzi - al momento ufficialmente estraneo all'inchiesta, pur finendo per esserne oggettivamente coinvolto - non ha preso la faccenda a cuor leggero... anzi.

Pertanto, dopo la filippica di ieri, stamani è arrivata via social la sua nuova dichiarazione sull'argomento:

«Perquisire a casa e in azienda, all’alba, persone non indagate che hanno dato lecitamente contributi alla fondazione Open è un atto senza precedenti nella storia del finanziamento alla politica. I finanziamenti alla fondazione sono tutti regolarmente tracciati: trasparenza totale!Due giudici fiorentini decidono che Open non è una fondazione ma un partito. E quindi cambiano le regole in modo retroattivo. Aprendo indagini per finanziamento illecito ai partiti! Ma come? Se era una fondazione, come può essere finanziamento illecito a un partito?E allora chi decide oggi che cosa è un partito? La politica o la magistratura? Su questo punto si gioca una sfida decisiva per la democrazia italiana. Chiameremo in causa tutti i livelli istituzionali per sapere se i partiti sono quelli previsti dall’articolo 49 della Costituzione o quelli decisi da due magistrati fiorentini.Nel frattempo raccomando a tutte le aziende di NON finanziare Italia Viva se non vogliono rischiare: possiamo raccogliere solo microdonazioni di cittadini che non accettano questa gara al massacro contro di noi. E che al sito italiaviva.it/sostieni stanno contribuendo in queste ore, dimostrandoci solidarietà e affetto. Grazie».

Ovviamente comprensibile, dal suo punto di vista, l'ira di Renzi e, forse, anche la sua preoccupazione. Infatti, dopo il presidente della Fondazione, Bianchi, per la vicenda è stato indagato un altro degli amici di Renzi, Marco Carrai, presidente dell'aeroporto di Firenze e neo console onorario per lo Stato di Israele, che proprio in questi giorni ha aperto un consolato per il centro Italia nel capoluogo toscano.

In ogni caso, al di là di come si risolverà la questione giudiziaria, dal punto di vista politico la sentenza di condanna sull'attività della Fondazione Open era già stata emessa da tempo e pienamente giustificata, perché era l'evidente conferma del fatto che Renzi tenesse in ostaggio il PD di cui voleva essere il "padrone" e non certo il segretario.