Mercoledì, a Roma, si è celebrato l'Ucraina day, con la scusa di una conferenza sulla ricostruzione di quella nazione. Nessuno sa quando quella guerra potrebbe terminare, anche in relazione ai diktat di Zelensky, e oggi in Italia si è parlato dei fabbisogni necessari alla ricostruzione dell'Ucraina!

Pertanto, la vicenda ha più le caratteristiche di una messinscena, a cui si sono prestati gli ucraini, a supporto della propaganda post-fascista per dar peso e dignità all'esecutivo Meloni.

Così, la premier ha potuto fare le dichiarazioni di giornata per dimostrare al mondo intero quanto sia forte e importante l'impegno di Roma nei confronti di Kiev... senza neppure rendersi conto delle possibili conseguenze delle sue parole:

"Continueremo a fornire il nostro sostegno anche al piano di pace in 10 punti proposto dal presidente Zelensky", ha detto la Meloni. "Crediamo in una soluzione diplomatica di questo conflitto a patto che non si pensi che la soluzione possa essere la resa di un Paese aggredito: sarebbe ingiusto e costruirebbe un mondo dove il diritto del più forte prevale sulla forza del diritto, un mondo che non conviene a nessuno. ...Bisogna riconoscere gli sforzi enormi che Kiev ha fatto sulle riforme, per avvicinare i target richiesti dalla Commissione Ue. Bisogna riconoscere quello sforzo avviando in tempi rapidi i negoziati per l'adesione dell'Ucraina all'Ue. Sosteniamo le prospettive europee dell'Ucraina ... un avamposto di sicurezza del continente. Credo che il modo più intelligente per ringraziare gli ucraini, per quanto stanno facendo, sia accelerare la possibilità di far parte delle istituzioni europee, come l'Italia ha sempre sostenuto".

È vero, non bisogna dimenticarlo: l'Europa è fondata su regole che in parte sono una barzelletta, in parte sembrano il parto di qualche dinosauro democristiano scampato alla fine della specie.

In  ogni caso, gli articoli 42 e 43 del TUE non escludono del tutto l'intervento militare diretto degli altri Paesi membri, nel caso uno di loro sia aggredito e invaso da una potenza straniera.

Pertanto, visto che già adesso l'Ue ha speso miliardi e miliardi di euro a supporto di una nazione che non è membro dell'Ue e neppure della Nato, nel caso Kiev diventasse membro effettivo dell'Unione, gli altri Paesi dovrebbero limitarsi solo a fornire lo stesso tipo di assistenza che già oggi le viene data? 

Difficile crederlo. Pertanto, è più credibile ritenere che dovrebbero intervenire militarmente. Ma la propaganda della premier le ha consigliato di non far sapere agli italiani le conseguenze pratiche sul piano militare delle sue "eroiche" affermazioni... tanto, neppure i democraticissimi e avvedutissimi media di regime eviteranno di farlo notare e di chiederselo.