Michel Barnier, capo negoziatore Brexit per l'Europa, è stato chiaro. Se il Regno Unito vuole trovare un accordo lo deve fare entro questo martedì. Un ultimatum dettato dalla contingenza dei tempi. Il prossimo Consiglio europeo che si deve riunire a metà settimana può decidere se accettare o meno un nuovo testo sulla Brexit che modifichi il precedente accordo sulla base non di intenzioni, ma di parole concrete, scritte su carta.

Per questo, Barnier ha invitato Downing Street a decidere entro la mezzanotte di oggi. Esiste un via per un accordo, stretta, ma concreta. Però si devono concordare i dettagli. E questi sembrano riguardare più Johnson e i suoi alleati pro Brexit che l'Europa.

A che punto sono arrivate le due parti?

Barnier ha dichiarato che la distanza tra Europa e Regno Unito è rappresentata dalla "parità di condizioni" nella dichiarazione politica alla base delle relazioni commerciali future tra le due parti.

Tali disposizioni dovrebbero limitare la capacità del Regno Unito di divergere dall'UE in una vasta gamma di settori, tra cui concorrenza, diritti del lavoro, norme ambientali e aiuti di Stato, almeno secondo Bruxelles. Sull'altra sponda, per Londra è invece necessario avere maggiore autonomia per la propria politica commerciale, anche se in tal caso la Gran Bretagna finirebbe per avere un accesso privilegiato al mercato unico senza dover essere però soggetta a seguirne le regole... e senza neppure esserne uno stato membro. Se ciò avvenisse anche altri Stati finirebbero per voler uscire dall'Ue per poi fare accordi separati!

Inoltre non dobbiamo dimenticare che tutto questo è dovuto alla necessità di mantenere l'Irlanda del Nord nel territorio doganale del Regno Unito, lasciando al contempo libera circolazione (senza barriere doganali) in tutta l'isola.

In base a queste premesse è più logico ritenere che, al di là delle dichiarazioni di Johnson, si vada verso una nuova data di scadenza per la Brexit, con l'unico dubbio di stabilire se questa debba essere a breve o a lungo termine.

Dopo il Consiglio europeo, il Parlamento britannico si riunirà eccezionalmente sabato prossimo. Da ben 37 anni i parlamentari d'oltre manica non si siedono sui loro scranni di sabato. Sarà allora che potranno decidere di sostenere o rifiutare qualsiasi accordo, nel caso venisse loro presentato, oppure discutere su come dar seguito al Benn Act e chiedere all'Ue una nuova data di scadenza.