Un bambino su cento soffre di autismo. Tra i piccoli con disturbo del neurosviluppo, solo uno su due riesce ad ottenere un percorso diagnostico nei servizi pubblici di neuropsichiatria infantile, e solo uno su tre riesce ad ottenere una risposta terapeutica. Meno di uno su dieci riesce ad avere risposte da un servizio per l’età adulta.

È la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza a tracciare un bilancio sugli obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere, sugli elementi positivi e le criticità nelle risposte alle persone con autismo e ai loro familiari.

I bambini che soffrono di autismo hanno, spesso, anche altri disturbi, ossia la disabilità intellettiva e anche sindromi genetiche o rare. Si tratta di condizioni che perdurano tutta la vita, e che possono determinare un peso significativo sulle famiglie al cui interno vi è una persona affetta. Tra le criticità , che purtroppo non si sono modificate negli ultimi anni, ci sono quelle relative all’accesso ai servizi e alla transizione verso l’età adulta.

Dopo la pubblicazione dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che per la prima volta hanno incluso in modo specifico i disturbi dello spettro autistico, va quindi deciso a livello istituzionale che tipo di risposte si vogliono dare davvero agli utenti e alle famiglie. Occorre quindi personale sufficiente, in servizi con organizzazione adeguata e omogenea, che garantiscano la formazione permanente degli operatori sulle più recenti evidenze.