"Io ce so' e sto bbene... come state voi nun me po' frega' de meno, basta che nun me rompete li coj... e che me date er voto".
Chi lo ha detto? Nessuno, ma in sostanza è ciò che ha inteso dire Giorgia Meloni ieri da una parte ai parlamentari del suo partito e a quelli delle altre forze politiche della maggioranza nel suo discorso all'Assemblea nazionale di Fratelli d'Italia, dall'altra agli italiani nel suo libro intervista (scritto a quattro mani con Sallusti), La versione di Giorgia, che possiamo riassumere come una versione patinata delle teorie elencate dal generale Vannacci.
La finalità del tutto? Acchiappar voti alle prossime europee, per portare i (post) fascisti a comandare oltre che in Italia, Polonia, Ungheria, ecc. anche in tutta Europa.
Ecco un riassunto di che cosa ha detto Meloni all'Assemblea Nazionale di FdI durante i 40 minuti del suo intervento:
"L'Italia oggi ha qualcosa di più di quando ne abbiamo assunto la guida. L'Italia ha un'economia più solida, ha maggiore credibilità e centralità a livello internazionale, ha una stabilità e una visione da realizzare, riconoscibile e riconosciuta da tutti. Un'Italia che sembra tornare a sperare dopo anni di rassegnazione. Abbiamo alle spalle mesi incredibili, penso che rimarranno per sempre scolpiti nella nostra memoria, e speriamo non solo nella nostra. Personalmente, sono mesi dei quali vado molto orgogliosa. Per noi e per la nostra storia e per aver realizzato un sogno che era di tanti. Per me stessa, per potermi guardare dopo quasi un anno alla guida del governo della Nazione e vedere ancora la stessa persona di prima, più vecchia, ma la stessa. Per aver camminato a testa alta ovunque, per essere stata schietta e per tutte le volte che sono stata in grado di dire no, banalmente perché era giusto farlo, anche quando bisognava pagare un prezzo. ...
La partita che si apre è più dura di quella che si ha alle spalle. Ho bisogno di tutta la concentrazione, la lucidità, la responsabilità e l'ambizione, nel senso buono del termine, delle quali siete capaci. Perché se qualcuno dovesse pensare che l'anno passato sia stato difficile, signori, temo che non abbiate visto niente. Il dibattito politico sarà ancora più feroce, gli attacchi si moltiplicheranno, le trappole e i tentativi di disarcionarci anche. Per due ragioni: la prima è che questa stagione si chiuderà con le elezioni europee; la seconda è che, legandolo ai prossimi traguardi, non ci accontentiamo di aver vinto le elezioni. Non stiamo qui a goderci effimere soddisfazioni del potere, ma per governare e cambiare le cose che non vanno. Quello che abbiamo dimostrato fin qui è che abbiamo il coraggio, la libertà e la solidità per farlo. ...
In questi mesi si è visto di tutto. Le continue campagne finto scandalistiche, i dossieraggi, le continue richieste di dimissioni di questo o quell'altro. Ogni singolo dirigente è stato passato in rassegna, spesso perfino i semplici simpatizzanti, alla ricerca del niente. Il fango gratuito perfino sui familiari, con inchieste durate mesi su amici e parenti, la mia storia personale è stata passata in radiografia praticamente dal giorno in cui sono nata. Alla fine, è stato un boomerang, perché sono riusciti a dimostrare solo che ero esattamente la persona che dicevo di essere. Allora si sono attaccati agli organigrammi di partito, anche qui con racconti surreali, per raccontare il partito chiuso, familistico, asserragliato. Si è parlato di Arianna Meloni, militante [missina, ndr.] da quando aveva 17 anni, sempre penalizzata dal fatto di essere mia sorella. Hanno volutamente e strumentalmente confuso un ruolo organizzativo come quello di segreteria politica con quello di segretario di Fratelli d'Italia. Solo che da noi il segretario è una figura che non esiste.
In Fratelli d'Italia c'è il presidente, e si chiama Giorgia Meloni, e fin quando voi non deciderete di sostituirmi io eserciterò quel ruolo. E io intendo continuare a fare il presidente di Fratelli d'Italia. Ma non sarà che tutto questo nervosismo sugli incarichi tradisca il nervosismo per un mondo impermeabile alle lusinghe e agli interessi dei lobbisti che per anni hanno condotto le danze nelle istituzioni della Repubblica? Beh, è un'altra cosa della quale vado molto fiera. È il vantaggio di non essere ricattabili, poter rimanere onesti.
Mi fa abbastanza arrabbiare vedere la sinistra esultare a ogni minima difficoltà dell'Italia. Nell'ultimo trimestre il nostro Pil ha avuto una leggera contrazione e loro hanno esultato come per un gol alla finale dei Mondiali. Gente che tifa contro l'Italia, che stappa le bottiglie esultando dai balconi se c'è una flessione del PIL. Eppure, i dati macroeconomici ci danno ragione. Siamo in una congiuntura economica difficile, ma abbiamo raggiunto alcuni record, di occupati e di contratti stabili. E le stime del Pil italiano, con tutta la revisione, sono al di sopra della media europea.
"Abbiamo di fronte la legge di bilancio, con poche risorse da spendere grazie ai nostri predecessori che hanno gettato dalla finestra miliardi per tentare di comprare il consenso dei cittadini. Concentreremo le risorse sulle nostre priorità, a partire dalla difesa del lavoro e dei salari, dalla sanità e dalla natalità. ...
La sinistra ha avuto da ridire perfino sulla tassazione agli extraprofitti delle banche. Sapete perché? Perché loro non hanno avuto il nostro stesso coraggio. Ma io difendo e difenderò quel provvedimento, che non ha un intento punitivo, e che racconta la fine di uno Stato forte con i deboli e debole con i forti. È una norma giusta e vi invito a difenderne le finalità nel corso della conversione del decreto-legge. ...
Abbiamo fatto un decreto dopo la tragedia di Cutro, per contrastare il traffico di esseri umani. Ed il Pd decide di finanziare una nave Ong indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, oltre che sotto sequestro per violazione del decreto Cutro. E questa è una vergogna. ...
Questo sarà anche l'anno della riforma costituzionale, dei primi mattoni della riforma fiscale, della parte più consistente della riforma della giustizia. Sarà l'anno in cui cominciare a mettere mano alla burocrazia, all'emergenza abitativa, in cui rafforzare la scuola del merito. Sarà l'anno in cui si vedrà che è tornato lo Stato nelle zone franche. Lo dico alla criminalità organizzata che a Caivano pensa di intimidirci con le sue paranze. Risponderemo colpo su colpo: non ci fate paura. Sarà l'anno della presidenza italiana del G7, l'anno del Piano Mattei, il grande progetto strategico che restituirà all'Italia la sua centralità nel Mediterraneo. ...
Noi siamo al governo della Nazione e per noi fare gli interessi dell'Italia è prioritario. E sono certa che anche i nostri preziosi alleati di governo siano consapevoli del fatto che il peso che tutti insieme abbiamo sulle spalle è talmente grave da non consentirci di sprecare energie in eventuali atteggiamenti egoistici di qualsiasi genere. Tutto quello che abbiamo da dare lo dobbiamo dare agli italiani, nei quali abbiamo sempre creduto. Non abbiamo avuto torto. Se fai bene il tuo lavoro le cose vengono da sé. Guai a chi non avesse chiaro che la priorità deve essere soltanto il bene della Nazione. Perché costi quel che costi, Fratelli d'Italia e il Governo che presiedo saranno all'altezza delle attese degli italiani. ...
Fare il congresso prima delle elezioni europee sarebbe un errore. Lo faremo dopo come è previsto".
Un intervento tra minacce e scaricabarile quello di Giorgia Meloni, a cui ormai siamo abituati e che ripeterà in maniera sempre più ossessiva quando sarà sempre più costretta a dare una spiegazione ai suoi elettori del nulla che finora è stato in grado di produrre il suo governo. Invece, come detto, per quanto riguarda il libro, la premier del (post) fascismo ha preferito mantenersi tra il surreale e il fantasy, anche per tener fede alla sua passione per il Signore degli Anelli, che i fascisti hanno eletto come proprio vangelo. Ecco un breve riassunto di cosa ha scritto insieme al "giornalista" Alessandro Sallusti nella recensione che ne ha fatto Fanpage:
"Nel meraviglioso mondo (all'incontrario) di Giorgia, c'è un complotto per ogni cosa. C'è il complotto delle "grandi concentrazioni economiche" che favoriscono l'immigrazione africana anziché quella moldava perché "funzionale al disegno del cosiddetto meeting pot, cioè di mescolare il più possibile per diluire".
Secondo Meloni, quindi, delle non meglio precisate plutocrazie terracquee favorirebbero l'immigrazione per "snaturare l'identità delle nazioni e rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori", perché "vedono l'identità come un ostacolo al loro potere di concentrazione della ricchezza", poiché "non avendo territori e confini per vivere, hanno necessità di standardizzare usi e costumi e renderli transnazionali".
Qualche pagina più avanti, Meloni dà un volto e un nome a questi poteri occulti. Ma se vi aspettate i nomi di Jeff Bezos, o Mark Zuckerberg, o Elon Musk, siete fuori strada. Il nome, sempre lo stesso, è quello che a ogni piè sospinto esce dalla bocca di Vikor Orban e Vladimir Putin. Quello del mefistofelico György Schwartz, per il mondo George Soros, il finanziere – guardacaso ebreo – che tutte le destre d'Europa indicano come il burattinaio occulto dell'agenda globalista. Giorgia Meloni premette di "non credere ai burattinai, ma", un po' come chi "non è razzista, ma". E infatti, "ma quando parliamo di Soros, parliamo di una persona che (…) tramite la sua galassia di fondazione, persegue apertamente un'agenda politica". Indovinate un po' quale? Ovviamente "I lauti finanziamenti ad alcune Ong che si occupano di immigrazione".
Da Soros al piano per la sostituzione etnica degli europei – altro complotto caro alle destre europee – il passo è breve. E infatti, dice Meloni che l'ha molto colpita "l'enorme polemica sulle parole del ministro Lollobrigida che aveva detto di voler difendere la società italiana dal rischio di una sostituzione etnica". Apriti cielo, dice ancora Meloni, "si è detto che le sue erano teorie suprematiste, neonaziste e ovviamente, razziste". Cosa che in effetti, è vera, con buona pace della premier. La teoria del complotto sulla sostituzione etnica è infatti opera di Gerard Honsik, neonazista austriaco condannato due volte, nel 1992 e nel 2009, per aver pubblicamente negato la Shoah. Ed è una teoria che è stata rilanciata, discussa e diffusa proprio dai gruppi della destra più estrema, prima di diventare un cavallo di battaglia anche per la destra istituzionale di Salvini e Meloni.
Altro giro, altro complotto. Quello "del deep state collegato" alla sinistra. Parole e musica, queste, che attingono a piene mani da QAnon e dai suoi seguaci, secondo cui esiste una trama segreta tra sinistra e deep state per rovesciare le destre al potere, nel caso di specie americano, l'ex presidente Donald Trump. Una teoria, questa, che lo stesso Trump ha avvalorato e che le fabbriche di troll russi diffondono a piene mani sui social network occidentali.
Non manca, ovviamente, nemmeno il complotto della lobby omosessuale, quella che discrimina Arisa perché definisce Meloni coraggiosa. O che spinge "le teorie gender portate all'estremo" , soprattutto nelle scuole, dove avviano "campagne con le quali si spiega ai bambini di sei anni cosa sia l'omosessualità facendo scambiare i vestiti tra maschietti e femminucce".
Non manca, ovviamente, la solita tirata sul disastro culturale del '68 "del sei politico", e la nostalgia per i tempi dei nostri nonni dove si ti comportavi male a scuola "ti beccavi un ceffone" e dove i genitori mandavano i ragazzi a fare i benzinai d'estate, mentre oggi rischierebbero l'arresto, se lo facessero.
E non manca nemmeno il negazionismo climatico, con Meloni che afferma, dopo l'estate che abbiamo passato, che "lo sviluppo sostenibile non è l'emergenza prioritaria", bensì un vezzo dell' "ecologista di sinistra", che "vive nel centro di una grande città, magari nella Ztl", con la sua "mountain bike da tremila euro, ovviamente assistita da batterie, perché non sia mai che ci si debba stancare". Mentre l'ecologista di destra, secondo Meloni, è colui che in quelle zone incontaminate ci vive. Come, dice Meloni, gli allevatori texani che catturano i bovini col lazo. Quelli che da soli producono 13mila tonnellate di metano – il più pericoloso tra i gas serra – ogni anno. Ma non ditelo a Giorgia Meloni, che ci manca solo il complotto della matematica.
Il problema per Meloni, come ricorda il 5 Stelle Patuanelli, è il seguente elenco che, piaccia o non piaccia ai (post) fascisti, non può essere smentito:
"Superbonus cancellato, con conseguente crollo del PIL.
Transizione 4.0 depotenziato, con conseguente crollo della produzione industriale.
Sconti sulle accise cancellati, con conseguente caro carburanti.
Totale inerzia per combattere il caro vita, con conseguente esplosione del carrello della spesa.
Nessuna strategia politica ed economica per contrastare il caro mutui, con conseguente contrazione del mercato immobiliare.
Fondo di Garanzia per le PMI depotenziato, con conseguente restrizione dei prestiti alle imprese che vogliono investire e innovare.
Nessuna politica internazionale efficace per contrastare il fenomeno dell’immigrazione, con conseguente record assoluto di sbarchi.
Dopo aver propagandato per anni il blocco navale.
Reddito di cittadinanza depotenziato, con conseguente contrazione della domanda interna e una macelleria sociale per risparmiare qualche milione di euro in favore della social card.
Nessuna idea concreta su come muoversi in Unione Europea, con una rivoluzione del Patto di Stabilità alle porte che ci vede ai margini di ogni discussione.
Il vettore aereo di bandiera ceduto ai tedeschi di Lufthansa, in barba a ogni tutela dell’interesse nazionale e, forse, anche in violazione delle regole europee sulla concorrenza.
Uscita dagli accordi commerciali sulla Via della Seta, adducendo la scusa che Francia e Germania esportano più di noi, senza però aver ottenuto alcuna garanzia di incremento di scambi con la Cina".
Lo stesso elenco lo fa anche Marco Travaglio...