Politica

L'invio di armi, l'aumento delle spese militari, l'incoscienza dei pacifisti, il pericolo dei furbastri

Dopo ottanta anni quello che per l'Italia, bene o male, era in definitiva un problema "altrui" scopriamo che è diventato un problema pure nostro. Inviamo aiuti militari alla resistenza ucraina? Aumentiamo le spese per armamenti insieme ad altri paesi europei, vista la situazione che si è venuta a creare?

Pensavamo di non doverci più confrontare con interrogativi del genere ed invece ci troviamo ora immersi fino al collo nel dover prendere decisioni obiettivamente difficili. Il governo ha preso le uniche sensate, ma quando si parla di fucili e cannoni si tocca un nervo scoperto ed è inevitabilmente montata la polemica tra i favorevoli e i contrari.

Al grido di "non si ottiene la pace producendo e inviando armi!", stanno facendo sentire la loro voce il pacifisti a prescindere e, come inevitabilmente accade, i pacifisti pro-tempore a seconda delle convenienze elettorali.

Facendo finta di ignorare la storia (che puntualmente si ripete) sia gli uni che gli altri dicono NO in un festival di slogan, uno più cervellotico dell'altro.

I no-armi hanno dimenticato che durante l'ultima guerra alla nostra resistenza e a quella francese, gli alleati non facevano pervenire saponette e pannolini, inviavano armi per contrastare i nazisti, ma la cosa peggiore riguarda l'aumento delle spese militari; le memorie corte rifiutano di prendere atto che la seconda guerra mondiale ha avuto due genitori, le condizioni imposte alla Germania dal trattato di Versailles, e l'invalicabile opposizione dei pacifisti che, forti degli orrori verificatisi nel corso della prima guerra mondiale, impedirono qualunque ammodernamento dell'apparato militare francese ed inglese imponendo di fatto un incosciente disarmo (una dettagliata relazione su questo si può trovare nella: Storia della Seconda Guerra Mondiale scritta da tale Winston Churchill).

Il risultato di questa sconsiderata scelleratezza fu che Hitler ne approfittò per riorganizzare le sue forze armate, mettendo in piedi un esercito che al tempo non aveva eguali in Europa, poi, certo di non incontrare praticamente alcuna resistenza efficace, scatenò per 6 anni quello che tutti sappiamo!

La storia non si fa con i "se", ma non ci vuole molto a capire che se dall'altra parte i nazisti avessero saputo di trovare forze armate di efficienza pari alla loro, le cose sarebbero andate in maniera totalmente diversa.

Ma niente, non c'è verso, la lezione non è servita e siamo da capo.

Il no alla guerra, fondamentalmente non contestabile, se urlato senza fare le opportune distinzioni non serve a niente e denuncia solo una presa di posizione acritica, di comodo, profondamente stupida.

E' stupido mettere sullo stesso piano chi la guerra la scatena e chi la subisce, gli alleati e i nazisti, Churchill e Hitler e ora Zelensky e Putin senza dimenticare che in alcune occasione neanche gli Stati Uniti hanno avuto le carte in regola.

Molti si sono strappati i capelli a sentire Draghi che annunciava l'aumento delle spese militari, senza minimamente considerare che lui come altri leader europei, non è che giulivi si siano messi a comprare cannoni per giocare alla guerra, ma vi sono stati costretti dal fatto che periodicamente un delinquente internazionale nasce, cresce e fa danni, e non sono certo felici di dover usare in questo modi fondi che avrebbero potuto essere impiegati in altro modo, tra l'altro per loro molto più efficace per ottenere il consenso del paese.

Quindi teniamo i nervi saldi, meglio evitare di dare retta agli sconsiderati, in buona o mala fede, nella consapevolezza che, per esempio mafia, camorra, 'ndrangheta e sacra corona unita, non si combattono disarmando i carabinieri.

Autore Palmieri Francesco Maria
Categoria Politica
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